È successo a Cannobio. Alla donna era stato detto che il figlio aveva investito e ucciso un bambino, facendosi consegnare oltre 1 chilo d'oro
Un chilo d'oro per evitare il carcere al figlio che in un incidente stradale sul Verbano piemontese aveva investito e ucciso un bambino di 3 anni. Un falso incidente inscenato da una banda di truffatori, due uomini e altrettante donne. Vittima del raggiro una 78enne ticinese, residente nel Locarnese. Una truffa che consumata a Cannobio ha seguito un copione, non nuovo come confermano i raggiri consumati ai danni di persone anziane.
Uno dei truffatori è stato arrestato dai carabinieri di Verbania che, per quanto è dato sapere, sarebbero sulle tracce degli altri tre componenti della banda di malviventi che non si esclude potrebbe, al di qua e al di là della frontiera, aver messo a segno altri odiosi colpi.
I fatti del raggiro di Cannobio così come sono stati resi noti dai militari del Nucleo investigativo e del Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Verbania. Il raggiro ai danni della pensionata ticinese inizia qualche giorno fa quando la 78enne viene raggiunta da una telefonata effettuata da una fantomatica nipote: "Nonna devi fare qualcosa, in quanto papà ha investito e ucciso un bambino di 3 anni".
Poi, il telefono passa a una seconda donna che sostiene di essere una poliziotta: "Per evitare di finire in carcere suo figlio deve, al più presto possibile, risarcire con una consistente somma i genitori del bambino".
La finta poliziotta fissa anche il luogo per la consegna in questo caso dell'oro che l'anziana dice di avere in casa: l'esterno di un locale pubblico di Cannobio. Consegna che avviene un paio d'ore dopo la telefonata che manda nel panico la pensionata che, dopo aver messo in un sacchetto tutti i preziosi di una vita, senza dire niente a nessuno si mette al volante della sua autovettura e raggiunge Cannobio, dove incontra due uomini: uno dei due si presenta come "il maresciallo". È lui a prende il sacchetto con l'oro.
L'altro sta in silenzio, al volante di una autovettura a bordo della quale i due truffatori si sono allontanati. Una volta tornata in Ticino la pensionata viene raggiunta da una telefonata del figlio. A quel punto si rende conto di essere stata truffata, per cui denuncia l'accaduto ai carabinieri di Verbania. Gli stessi che a tambur battente sono riusciti a identificare l'autista. È un 54enne del posto, una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine. A lui i militari sono risaliti dall'identificazione dell'auto e dalla geolocalizzazione del suo cellulare.
Importanti per le indagini le immagini del sistema di videosorveglianza dei locali di Cannobio. Recuperare l'oro appare molto difficile.