Dietro lauti compensi aiutano i migranti a entrare illegalmente in Canton Ticino, soprattutto attraverso i numerosi valichi alternativi
Sono tornati i passatori a ridosso della ramina. Ma forse non se ne sono mai andati. Solo che su di loro sul versante comasco se ne parla sempre meno, anche perché raramente vengono arrestati. Non c'è dubbio però che dietro gli ingressi irregolari in continua crescita ai valichi di Chiasso (2’877 in agosto, 4’098 in settembre tendenza confermata in ottobre dai dati forniti dalle autorità ticinesi) ci sono le organizzazioni che dietro lauti compensi, aiutano i migranti a entrare illegalmente in Canton Ticino, soprattutto attraverso i numerosi valichi alternativi di cui è ricca la frontiera verde.
Insomma, da quando sono aumentati in modo esponenziale gli sbarchi a Lampedusa e sulle coste calabresi e siciliane, è cresciuta la pressione sulla sbrindellata rete di confine. Il Canton Ticino è un passaggio obbligato verso la Germania e il Nord Europa dei migranti in fuga dai loro Paesi per trovare un futuro migliore. Il ruolo dei passatori, che spesso attendono i migranti alla stazione ferroviaria di Como San Giovanni, dove arrivano a bordo dei treni provenienti da Milano, è quello di accompagnare coloro che intendono scappare in Ticino a ridosso dei boschi di confine, indicando i sentieri che portano ai valichi alternativi. Un modo di operare che li mette al riparo dal rischio di essere scoperti e quindi arrestati.
Ad alimentare, loro malgrado, questo florido, oltre che “odioso mercato”, ci sono anche i minori non accompagnati. Ne è convinto don Giusto della Valle, il parroco di Rebbio, nonché responsabile della Pastorale dei migranti della Diocesi di Como. Queste le sue parole: “Se i dati forniti dalle autorità svizzere stanno a indicare che sono in continua crescita le entrate illegali, significa che è sempre più frenetica l'attività dei passatori. E non potrebbe essere diversamente in quanto mi risulta che le entrate illegali sarebbero avvenute non alle dogane debitamente controllate ma dai boschi di confine”.
Va oltre il sacerdote dei migranti, da anni in prima linea nell'accoglienza dei migranti, soprattutto i minori non accompagnati: attualmente ne ospita trenta nell'oratorio di Rebbio: “A Como questi minorenni arrivano per essere presi a carico dal Comune o dalla Prefettura. Poi, però, spesso si allontanano. E cosa fanno? Scappano in Svizzera. Anche loro fanno ricorso ai passatori. Come penso può essere successo nei giorni scorsi”. Don Giusto si riferisce alla vicenda di cui si è scritto la scorsa settimana. Quella dei 15 giovani migranti, che per tre giorni consecutivi si sono accampati davanti alla Questura in attesa di essere accolti in una struttura comunale. Che non è stata trovata. Per tre notti hanno trovato un materasso all'oratorio di Rebbio. Attualmente sono nei locali della Croce Rossa di Lipomo. Solo sette, in quanto gli altri si sono allontanati da Como. Dove sono andati, non è dato sapere.