Quattro le aree prese in considerazione dalle indagini microbiologiche svolte da Legambiente nelle acque del lago. Due promosse e due bocciate
I risultati delle analisi microbiologiche effettuate nelle acque del Lario durante la seconda metà di giugno, nell’ambito della campagna ‘Goletta dei Laghi’, progetto in difesa delle acque lacustri italiane, sono stati presentati presso la Camera di commercio di Como. La Goletta dei Laghi di Legambiente, dopo aver monitorato i quattro punti ‘critici’ del ramo comasco del Lario, ne ha promossi due e bocciati altrettanti. Legambiente con bocciatura intende tutti i punti ritenuti non balneabili, mentre promossi sono quelli che invece hanno ottenuto il via libera ai tuffi. Questi punti generalmente sono situati alla foce di fiumi e torrenti che confluiscono nel lago.
Tra le bocciature si possono trovare la foce del Cosia a Como, a causa delle acque nere o non adeguatamente depurate per colpa del depuratore cittadino che si trova poco più a monte; e sull’Alto Lago la foce dell'Albano a Gravedona. Forte preoccupazione è stata manifestata anche per la situazione del primo bacino del lago di Como, soprattutto nei pressi del Tempio Voltiano, dove tuffarsi è ritenuto rischioso, sia per la sicurezza che per l'inquinamento. Nonostante la presenza di numerosi divieti di balneazione sono ben pochi quelli che li rispettano.
La prima promozione viene, invece, confermata ‘entro i limiti di legge’ alla foce del fiume Breggia a Cernobbio, che per tanto tempo, negli scorsi anni, è stato al centro di una disputa transfrontaliera, in quanto spesso inquinato. Questa prima promozione è dovuta al lavoro italo-svizzero svolto sul Faloppia, corso d'acqua che attraversa Chiasso e confluisce nel Breggia al confine. La seconda promozione invece viene conferita al Telo ad Argegno.