Un 55enne della provincia di Como dovrà rispondere anche di alcuni episodi legati al mancato assalto alla banca Raiffeisen di Monteggio
Si sono chiuse a Como le indagini sulla presunta banda di malviventi che tra l'estate del 2021 e i primi mesi del 2022 mise a segno una serie di colpi a cavallo del confine, tra Ticino e Lombardia. Gli indagati sono in tutto nove, ai quali la Procura italiana contesta episodi diversi. Un 55enne residente nel Comune di Bregnano (provincia di Como) è l'indagato che dovrà rispondere del maggior numero di reati, a partire da quelli riguardanti la rapina al Piccadilly di Novazzano, nell'ottobre del 2021, messa a segno con almeno altri due soggetti mai identificati. Gli investigatori italiani ritengono che in quella occasione avesse assunto il ruolo di ‘accompagnatore’, una sorta di staffetta che aiutò i malviventi (che erano a bordo di una seconda auto) a riguadagnare il confine e a rientrare in Italia fino a raggiungere un'area boschiva della Bassa Comasca in cui il veicolo utilizzato per il colpo fu dato alle fiamme.
Il 55enne deve rispondere anche di alcuni episodi legati al mancato assalto alla banca Raiffeisen di Monteggio, il 9 dicembre del 2021; in quella occasione – lo ricordiamo – la polizia cantonale arrestò in flagranza di reato quattro componenti del gruppo che preparava l'assalto, e che in auto nascondeva passamontagna, tre pistole e un taser. Davanti alla giustizia italiana, dovrà quindi rispondere della ricettazione delle targhe rubate, del danneggiamento seguito dall'incendio e della rapina a Monteggio, occasione nella quale non finì in manette soltanto perché anche allora era rimasto a fare da vedetta sul confine. La chiusura dell'indagine prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Gli altri otto indagati – tutti cittadini italiani – sono accusati di colpi commessi all'interno di aziende in provincia di Como; cinque di loro devono rispondere anche della ricettazione della Ford Focus utilizzata per la tentata rapina alla Raiffeisen.