Confine

Quando l’aria è da respirare a pieni polmoni

In questi giorni in Lombardia i quantitativi di Pm10 non vengono nemmeno misurati dagli strumenti. Ma nei prossimi giorni si tornerà alla normalità

In questi giorni non c’è traccia
(archivio Ti-Press)
18 gennaio 2023
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Un‘aria da respirare a pieni polmoni, tanto è pulita come mai a inizio anno è stata registrata in passato. Nemmeno nel 2021 quando si partì nel segno del lockdown con scuole e luoghi di lavoro chiusi. Giovedì scorso le centraline Arpa hanno registrato livelli di Pm10 che difficilmente si raggiungono anche nelle giornate primaverili più ventilate: 9 microgrammi al metro cubo a Milano, 8 a Como e Lodi, 6 a Monza e Bergamo, 5 a Varese, Mantova e Lodi e a Lecco e Sondrio livelli talmente bassi da non essere nemmeno misurabili dagli strumenti.

Ma è stata l’intera decade, da inizio anno, a donare ai lombardi un’aria pulita a livelli del tutto inusuali. Non è un miracolo ma un effetto ‘dell’inverno che non c’è’. Le temperature miti hanno impedito la formazione del cuscinetto di aria fredda che ristagna alle basse quote e in cui ogni inverno, inesorabilmente da decenni, si accumulano gli inquinanti prodotti dall’attività di cittadini e imprese, insieme a quelli che derivano dagli allevamenti intensivi che costellano la bassa pianura. Insomma, un’aria da respirare a pieni polmoni. Ma l’idillio, fanno notare gli esperti dell‘Arpa, è presto destinato a finire, perché le previsioni indicano un graduale ritorno alla normalità meteorologica già nei prossimi giorni.

Da domenica scorsa sono ripresi gli spandimenti di liquami zootecnici nei campi, attività che da sola è in grado di dare una decisiva impennata al peggioramento della qualità dell’aria in tutta la regione, se si considera l’enormità del quantitativo di deiezioni prodotte dai milioni di bovini e suini allevati nelle stalle della Lombardia. La notizia molto positiva dell’aria pulita, le condizioni climatiche di queste settimane sono indice del cambiamento climatico in atto, che ha risvolti altrettanto preoccupanti per quanto riguarda gli effetti sulla siccità. "Il buon dato di qualità dell’aria di questi giorni non ci deve far sottovalutare la gravità delle anomalie climatiche che stiamo attraversando, e che ci preoccupano fortemente per l’anno che sta iniziando – ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Stiamo partendo malissimo, in montagna c’è pochissima neve e le scorte idriche sono al minimo, con i grandi laghi a un quarto della loro capacità di invaso, in assenza di precipitazioni rischiamo una siccità anche peggiore di quella del 2022. Se non moltiplichiamo gli sforzi per decarbonizzare l’economia, la Pianura Padana dovrà affrontare una situazione climatica sempre più difficile".