Si fanno avanti anche i comuni che non sono considerati di frontiera, poiché distano più di 20 chilometri dal confine svizzero
Ora che la ratifica dell’accordo italo-svizzero sulla nuova fiscalità dei frontalieri, che per le località di frontiera prevede anche un consistente fondo, sembra essere in dirittura d’arrivo, tutte le amministrazioni comunali della provincia Verbania Cusio Ossola (Vco) chiedono una quota dei ristorni. Molti pretendono di essere considerati comuni di frontiera, anche se non sono compresi nella fascia di venti chilometri dal confine con la Svizzera. Una fascia nella quale rientrano 47 località sulle 74 che compongono il Vco.
Attualmente beneficiano dei ristorni dei frontalieri Verbania, Cannero, Cannobio, la val Cannobina e tutti i comuni ossolani. «Una grande ipocrisia (la fascia di confine, ndr), che va contro il principio di equità e il senso di realtà» ha sostenuto Gianni Morandi, sindaco di Gravellona Toce, nel corso di un incontro con i colleghi dell’Unione montana Cusio Mottarone, cioè i primi cittadini di Baveno, Stresa, Omegna e Casale Corte Cerro. «Anche nei nostri comuni risiedono frontalieri che utilizzano i servizi che noi garantiamo, come sanità, istruzione e strade, tanto per fare alcuni esempi. Nonostante questo non riceviamo un solo euro – sottolinea il sindaco di Gravellona Toce –. Inoltre, tra i 54 comuni che ricevono i ristorni ci sono anche Antrona Schieranco, paesi della valle Anzasca, Valstrona, che seguendo le strade e non la linea d’aria sono molto più lontani dal confine rispetto a noi».
Attualmente nei ristorni viene riconosciuta una quota di poco più di mille euro per ogni frontaliero residente. Riconoscimento diretto per i frontalieri che sono oltre il quattro per cento dei residenti. Diversamente vengono riversati su Regione Piemonte, che poi li gira alla Provincia del Vco.
Non sono solo i comuni del Vco esclusi dai ristorni a chiedere una modifica della norma legata alla distanza della frontiera. Anche in Lombardia ci sono comuni che con frontalieri residenti chiedono di ricevere una quota dei ristorni che, ricordiamo, con la nuova fiscalità sono destinati a crescere a vista d’occhio.