Confine

Falsi test positivi per il green pass, 11 indagati a Varese

I tamponi venivano effettuati da due infermieri conniventi all’esterno di una farmacia estranea alla vicenda. Costo totale: 500 euro

1 dicembre 2022
|

Undici persone sono indagate dalla Procura di Varese, per un giro di tamponi rapidi falsi, pagati circa 500 euro l’uno, per consentire ai "clienti" di ottenere il green pass senza effettuare il vaccino, nel pieno della pandemia. Tra gli indagati anche due infermieri che operavano all’esterno di una farmacia di un paesino dell’Alto Varesotto fra il capoluogo e il Ceresio, del tutto estranea alla vicenda. Come anticipato dal quotidiano ‘La Prealpina’, le indagini della Questura di Varese sono iniziate nel gennaio scorso, durante una serie di controlli per un altro fascicolo di inchiesta per un traffico di droga.

Durante l’avvio delle indagini due persone sono state fermate, provenienti da fuori regione, e sono state trovate in possesso di un certificato falso di tampone positivo, ottenuto pagando 500 euro. A fare da intermediario era uno degli indagati, che si spostava dal Piemonte alla Lombardia, tramite contatti ottenuti all’interno di una presunta rete no vax, proponendo il tampone fasullo per aggirare la normativa sul green pass. Con una "parola d’ordine" pattuita, chi desiderava il falso certificato pagava e otteneva il risultato positivo anche quando non lo era, in modo da far partire l’isolamento, certificare l’avvenuto Covid ed evitare quindi la vaccinazione.