Confine

Ossola, orme dell’orso (che va verso il letargo)

Impronte apparse sulla neve fresca, a una quota di 1’900 metri, e rinvenute dai Carabinieri forestali

Alla ricerca del luogo giusto per svernare
(Wikimedia)
11 novembre 2022
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L’orso è tornato a lasciare tracce di sé in Ossola, dopo che di lui non si avevano notizie da un anno. Stando ai Carabinieri forestali del Parco Nazionale Val Grande dovrebbe essere il maschio M29, arrivato in Ossola dal Trentino 4 anni fa. Le orme dell’orso, che da diverso tempo si sposta tra i boschi di Ossola (non lontano dal confine con la Svizzera), sono state rinvenute martedì scorso dai Carabinieri forestali comandati dal tenente colonnello Andrea Baldi, nel corso del censimento annuale del camoscio, al confine nord-ovest del più esteso parco naturale d’Italia, quello della Val Grande. Impronte che in sequenza sono apparse nella neve fresca a quota 1’900 metri. Nella stessa area, fanno sapere i Carabinieri forestali, non sono state rinvenute impronte umane.

L’ultimo segno di presenza dell’animale, nella stessa area, risalgono a un anno fa. I militari hanno escluso notizie di danni o predazioni da parte del carnivoro ad animali di allevamento. La zona è estremamente impervia e con copertura nevosa, tanto che i carabinieri non hanno potuto seguire le tracce dell’orso, che nella primavera 2020 si era reso protagonista di un’incursione a Valdossola, a caccia di miele. Qualche mese dopo le immagini dell’animale erano state catturate in Valle Loana, sempre in Ossola. Infine, lo scorso anno la segnalazioni di diverse predazioni di pecore. A breve M29 andrà in letargo. Non si esclude che il passaggio dello scorso martedì in alta Val d’Ossola sia da collegare alla ricerca di una zona riparata in cui svernare. In primavera il risveglio. Insomma, nei prossimi mesi M29 non dovrebbe più lasciare orme in Val Grande.