Moltiplicati i casi di persone senzatetto che dormono all’aperto. Il sindaco accoglie il principio secondo il quale sarà offerto riparo a chiunque
Una questione senza fine quella dei senzatetto a Como, dovuta anche al fatto che i migranti in frontiera trovano una saracinesca abbassata. In questi ultimi giorni l’aspetto che colpisce di più sono le segnalazioni sulla presenza di senzatetto che dormono all’aperto o sotto portici di fortuna. Negli ultimi tempi si sono infatti moltiplicati i casi: dalla zona della Basilica del Crocifisso, passando alle ripetute presenze (con sgomberi della Polizia locale) al portico dell’ex chiesa San Francesco, alla scalinata del Mercato Coperto di via Sirtori, l’uscita secondaria del Liceo Caio Plinio di via Italia Libera, un edificio dismesso tra la Tangenziale e via Barelli e tanti altri dormitori a cielo aperto. Insomma, quanto basta per far capire (casomai fosse necessario visto che se ne parla da anni) che il tema del dormitorio invernale sia di primissimo piano, anche perché nonostante la delibera che impegnava la Giunta municipale a realizzare un dormitorio non si è fatto nulla. Ora l’attesa è tutta per l’avvio del servizio di Emergenza Freddo, nell’ex caserma dei Carabinieri di via Borgovico (immobile dell’Amministrazione Provinciale, messo a disposizione del Comune). Nelle ultime ore si è appreso che il dormitorio di via Borgonovo aprirà il 1° dicembre. E sembra anche superato il paletto fissato dalla giunta Rapinese: nella struttura, quest’inverno, potranno trovare ospitalità solamente i senza dimora e i migranti regolari, nessun altro. Su pressione di Prefettura e Questura il sindaco di Como sembra aver cambiato idea accogliendo un principio ritenuto prioritario negli ultimi anni: il dormitorio invernale è un servizio di emergenza, ricovero e conforto al pari di un pronto soccorso e per questo sarà aperto a chiunque a prescindere dal possesso di un permesso di soggiorno.