Confine

La fuga a fucile spianato: il folle sabato in riva al Verbano

Sotto l’influsso di droghe il vodese che ieri ha seminato il panico tra Arona e Stresa. Un gesto forse premeditato

L’arsenale rinvenuto nell’auto
(Carabinieri Verbania)
9 ottobre 2022
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È vodese il 31enne pluripregiudicato (sulle sue spalle pesano altri vari reati commessi in Svizzera, anche specifici, come minacce e lesioni) fermato ieri sera a Stresa dopo un rocambolesco inseguimento sulla litoranea del Lago Maggiore, in una folle serata che poteva anche finire con una strage.

Oltre alla conferma, altri elementi si aggiungono al movimentato arresto dell’uomo, avvenuto non prima di aver seminato il panico tra Arona e Stresa. I capi d’accusa che sono mossi sul suo conto sono quelli di porto illegale di arma da guerra, resistenza a pubblico ufficiale, minaccia aggravata e lesioni personali, a cui potrebbero però aggiungersene altri: il quadro è ancora lungi dall’essere chiarito, anche perché al momento del fermo, l’uomo, che si esprimeva in francese, è apparso in evidente stato alterato, proferendo frasi sconnesse.

Parecchie le auto danneggiate nella sua folle corsa, che ha lasciato dietro di sé anche alcuni feriti: quattro quelli che dopo essere stati tamponati dalla vettura guidata dal trentunenne hanno richiesto le cure mediche a causa degli urti causati dagli incidenti. Fortunatamente comunque niente di serio.

Minuto per minuto

Tutto è cominciato attorno alle 18.45, quando a un distributore di benzina di Arona, in provincia di Novara, l’uomo, in evidente stato di alterazione, dopo essere sceso dall’auto – una Volkswagen Golf di colore nero con targhe vodesi risultata rubata – ha iniziato a inveire contro gli avventori. Non pago, si è poi messo a torso nudo e, dopo aver imbracciato il fucile che aveva con sé, un vecchio moschetto dell’esercito elvetico con tanto di baionetta innestata, ha cominciato a minacciare tutti i passanti. È poi risalito a bordo dell’auto, per dare inizio alla sua folle corsa. Non per fuggire bensì con l’intento di seminare il panico e arrecare danno a terzi.

Al volante si è infatti messo continuando a imbracciare il fucile, con cui minacciava i passanti: parecchie le segnalazioni che sono arrivate al Comando provinciale dei carabinieri, alcune delle quali segnalavano pure l’esplosione di colpi di arma da fuoco. Fatto, quest’ultimo, che allo stadio attuale non è stato confermato dai riscontri effettuati dagli inquirenti: all’interno del veicolo, come pure nelle adiacenze, non sono infatti stati rinvenuti bossoli o proiettili esplosi (a meno che non si sia trattato di esplosioni derivanti da proiettili a salve).

Durante la corsa, risalendo il Lago Maggiore sulla sponda piemontese, ha speronato almeno quindici vetture. Ma la cifra è ancora provvisoria visto che col passare del tempo, ancora in queste ore, alla stazione dei carabinieri si aggiungono ulteriori segnalazioni di auto danneggiate.

La prima a intercettare la Golf è stata una pattuglia di vigili. Il vodese però non si è dato per vinto, e dopo aver puntato l’arma in faccia a uno dei vigili si è dileguato. A quel punto, fra Stresa e il paese successivo di Baveno, viene intercettato da una volante dei Carabinieri, che lo tallonano sia da tergo, sia nell’opposta direzione di marcia, facendo finire la sua corsa contro il guardrail. Sotto la minaccia delle armi spianate dalle forze dell’ordine, l’uomo viene invitato a scendere dall’auto. Cosa che il 31enne fa, ma sempre brandendo il fucile, che tenta di armare nuovamente.

Prontezza e sangue freddo

La prontezza e il sangue freddo delle forze dell’ordine permettono però di evitare che il fermo assuma contorni più drammatici: l’uomo viene indotto a desistere, disarmato e ammanettato. Sempre in evidente stato di alterazione, per cui allo stadio attuale non è ancora stato possibile appurare circostanze e movente.

Da quanto è stato comunque possibile accertare, si tratta con tutta probabilità di un estremista di destra: sia per l’aspetto (abbigliamento e testa rasata), sia per quanto trovato nella sua vettura, ossia una bandiera nazista. E oltre a questa, è stato rinvenuto anche un mini arsenale: in aggiunta al fucile (una carabina Schmidt Rubin K31 piuttosto datata, ma efficiente: una da cecchinaggio, come definita dagli inquirenti), l’uomo è stato trovato in possesso di 45 proiettili da guerra (calibro 223) e una baionetta militare. A bordo della Golf vi erano pure altre tre targhe svizzere (dei cantoni di Argovia, Turgovia e Zurigo), rubate, così come quella apposta al veicolo e già segnalate alle autorità per furto. Proprio questo dettaglio fa supporre gli inquirenti che dietro al folle gesto ci possa anche essere una premeditazione, con l’intenzione di cambiare targhe per confondere le tracce dopo aver commesso illeciti.

Dopo il fermo, l’uomo è stato portato all’ospedale di Verbania, dove ha trascorso la notte, per curare alcune ferite, comunque riconducibili agli impatti con le altre vetture. Dai primi accertamenti è risultato essere sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. L’uomo, poi tradotto al carcere di Verbania, è in attesa di essere interrogato dal giudice.