Dopo una cena a Sagnino una coppia di olandesi ha dovuto raggiungere il suo albergo di Chiasso a piedi. Soluzioni allo studio per l’anno prossimo
Qualche notte fa una coppia di turisti olandesi dopo aver cenato in un ristorante di Sagnino, ha camminato per oltre un’ora per tornare in albergo a Chiasso. Questo a causa del fatto che a Como, città mai così presa d’assalto da turisti italiani e stranieri, i taxi sono introvabili. Soprattutto alla stazione ferroviaria San Giovanni, dove sempre più spesso il servizio è svolto anche da tassisti abusivi. In un’occasione è stato trovato un tassista ticinese non autorizzato a svolgere il servizio in Italia. A Como, in un’estate da record di presenze, si moltiplicano le lamentele per la difficoltà a trovare auto disponibili, tanto che ci sono albergatori e ristoratori pronti a improvvisarsi tassisti per accompagnare i clienti con le loro vetture.
A Como le licenze sono 45. Un numero decisamente insufficiente. "Non possiamo certo negare le difficoltà, ma il problema non sono i taxi in sé – fanno sapere le associazioni di categoria –. Stiamo registrando un afflusso record. Le presenze, e quindi le richieste di servizi, sono il 30-40% in più rispetto al 2019, l’estate prima del Covid. È evidente che in questa situazione il numero di auto non basta". Le richieste di taxi aumentano anche in conseguenza del sovraffollamento degli altri mezzi di trasporto. L’impennata di chiamate è legata anche alla mancanza di bus e natanti della Navigazione lariana.
La nuova amministrazione di Como, con il sindaco Alessandro Rapinese e l’assessore al Commercio Michele Cappelletti, ha incontrato i tassisti per affrontare il problema e valutare possibili soluzioni, come il rilascio di una decina di nuove licenze, operazione che richiede l‘intervento della Regione. Insomma, la soluzione dei disagi conseguenza dei numeri record di questa stagione non è dietro l’angolo, tanto che a Palazzo ammettono che "lavoriamo per farci trovare pronti già dal prossimo anno".