L’Enel ha consentito agli elicotteri svizzeri di pescare acqua direttamente dal Lago D’Elio, evitando così ai mezzi ad ala rotante trasferte fino al Maggiore
Anche al di qua della frontiera, nell’alto Varesotto, le fiamme non danno tregua e si fa quasi fatica a tenere il conto degli incendi che favoriti dal forte vento stanno mandando in cenere decine di ettari di bosco. Un raffica di roghi, probabilmente dolosi, alimentati dal forte vento, che hanno spinto la Protezione civile della Lombardia, nel primo pomeriggio, a diramare un’allerta rossa – il più elevato della “scala colore” dell’emergenza – per rischio incendi boschivi su Verbano e Lario (oltre ad altre zone della Lombardia pedemontana), in quanto anche nelle prossime ore “è previsto sul territorio regionale un nuovo e significativo aumento della ventilazione da nord. Le velocità massime saranno comprese (e chi è sul campo se ne è reso conto, ndr) fra i 70 ed i 90 chilometri orari”. Come dire che sul fronte degli incendi boschivi nell’immediato futuro non c’è da farsi illusioni. Sul versante lombardo del vasto incendio del Gambarogno, che ha portato anche alla chiusura della dogana di Indemini, le fiamme non ancora spente hanno interessato i boschi sopra Neggia, località di Maccagno con Pino e Veddasca, a ridosso della frontiera. “Qui l’incendio si sta estendendo – fa sapere Fabio Passera, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, che informa la popolazione attraverso la pagina Facebook Impegno Civico Mpv –. Per motivi precauzionali si è deciso di evacuare alcune case e baite che si trovano a Neggia”. Una quindicina le persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni, per essere ospitate presso parenti. Baite sono state evacuate anche nell’alpe Cangilli, frazione di Biegno. Un secondo incendio, poco distante da quello arrivato dal Ticino, si è sviluppato nei boschi di Castello Cabaglio, altro comune dell’alto Varesotto. Qui la situazione sembra essere sotto controllo, grazie al pronto intervento dei Vigili del fuoco della Comunità Montana dell’alto Verbano e di numerosi volontari. Cinquecento metri quadrati di sottobosco sono andati in fumo. Le operazioni di spegnimento sui monti dell’alto Varesotto sono coordinate da Fabio Bardelli, responsabile del Coordinamento Antincendio boschivo della Comunità Montana Valli del Verbano che da quando è scoppiato l’allarme per l’incendio del Gambarogno si è incontrato con i colleghi ticinesi, e da Dario Bevilacqua, il “direttore delle operazioni di spegnimento”, che dirige le operazioni delle forze di terra e dei mezzi aerei, come quelli in questi giorni in servizio a cavallo della frontiera: i Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto, droni muniti di termocamere, che con sofisticati apparecchi stanno scattando numerose immagini che stanno disegnando la geografia dei roghi.
Nel frattempo da segnalare che l’Enel ha permesso l’utilizzo dell’acqua del Lago D’Elio, il bacino artificiale posto in vetta sul versante italiano. «Enel si è assunta un onere di cui la ringraziamo – commenta Fabio Passera –. Sono soddisfatto di questa decisione dell’Enel. In questo modo aiutiamo gli svizzeri a spegnere l’incendio quanto prima”. Gli elicotteri impegnati nella lotta contro le fiamme non devono andare a pescare l’acqua dal Lago Maggiore. Tre incendi da questa mattina anche nel Vco. Il più esteso sulle alture di Gurro, in località La Piazza, in Valle Cannobina, dove al limite del bosco in fiamme ci sono diverse baite. Un secondo rogo a Trontano e un ultimo focolaio, in Valle Anzasca, entrambi in Ossola.