La vittima è un 63enne dipendente di una azienda agricola del Comasco. Era stato trovato morto nel recinto dell'animale
Ucciso da un lama. È l'ipotesi al vaglio della magistratura lariana per la morte di un 63enne di Carate Urio, la cui salma è stata ritrovata lo scorso 3 luglio in un recinto all’interno dell’azienda agricola Valer, in località Grisonno, a Montano Lucino, periferia di Como. Azienda per la quale l'uomo lavorava da tempo. I nuovi elementi emergono dai primi esiti dell’autopsia a suo tempo disposta dalla Procura della Repubblica di Como e secondo la quale il 63enne potrebbe essere stato colpito al petto dall’animale che stava accudendo e nutrendo, un colpo di particolare violenza, letale.
L’autopsia era stata disposta sulla base di qualche sospetto innescato da alcune lacerazioni all’avambraccio della vittima. Sembrerebbe che si trattasse dei segni di più morsi dell’animale, successivi se non al decesso senz’altro alla perdita di conoscenza, come se il lama avesse voluto trascinare il corpo. I primi sospetti erano sorti già dopo l’intervento dei soccorritori, chiamati dai proprietari dell’agriturismo che avevano ritrovato il loro collaboratore a terra in quel recinto. La morte doveva risalire a qualche ora prima, e a nulla erano valsi gli sforzi dei rianimatori e dei volontari della Croce rossa di Lurate Caccivio, ai quali non era rimasto che constatare il decesso. I segni sull’avambraccio avevano indotto carabinieri e Procura a svolgere approfondimenti. ''Vorremmo solo capire com’è andata, nient’altro'', fanno sapere i familiari dell'uomo.