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‘Rosa camuna’ a don Roberto, obiettivo 25mila firme

La petizione lanciata da Azione Cattolica chiede a Regione Lombardia di concedere al sacerdote ucciso la più alta onorificenza regionale

In memoria (archivio Ti-Press)
5 maggio 2021
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L'obiettivo era di raccogliere 2'500 firme. A oggi ne sono state raccolte oltre 21mila. Tanto che l'asticella è stata portata a quota 25mila. La risposta alla petizione lanciata da Azione Cattolica di Como, attraverso Charge.org, è andata oltre le aspettative. Centinaia di firme sono arrivate anche dal Canton Ticino. Azione Cattolica di Como chiede che Regione Lombardia riconosca a don Roberto Malgesini alla memoria la ‘Rosa camuna’, la più alta onorificenza regionale. “Un uomo qualunque, discreto e schivo, che ha saputo fare dell’incontro con l’Amore il senso della sua vita. Ecco chi era don Roberto Malgesini” scrivono i promotori della petizione.

La ‘Rosa camuna’ viene assegnata per riconoscere pubblicamente impegno, operosità, creatività e ingegno di coloro che si siano particolarmente distinti nel contribuire allo sviluppo della regione. “Don Roberto ha fatto tanto per contribuire allo sviluppo sociale del territorio di Como, andando in aiuto di chi aveva bisogno – si legge nel testo della petizione –. Il suo impegno quotidiano cominciava al mattino presto. Chiediamo che Regione Lombardia riconosca il merito di un uomo che si è speso fino all’ultimo per la propria comunità”. Don Roberto, il prete degli ultimi, è stato ucciso il 15 settembre con diverse coltellate in piazza San Rocco a Como da un uomo che il sacerdote aveva ripetutamente aiutato.

Sempre in memoria di don Roberto Malgesini, il 25 settembre 2020, pochi giorni dopo la sua morte, venne lanciata un’altra petizione online per chiedere l'apertura di un dormitorio pubblico nella città di Como. Una petizione che ha raccolto 13'867 firme. “Don Roberto ha dedicato il suo sacerdozio ai poveri e agli emarginati – si legge nel testo – e ha trovato la morte proprio in questo contesto di difficoltà sociale. Si adoperava da tempo perché la città di Como attivasse un dormitorio pubblico, sino a ora negato”. Non si è fatto niente.

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