Confine

La Valle Vigezzo tutta in zona rossa

Raddoppiati gli indici di contagio Covid. In lockdown anche i comuni appena oltre il confine svizzero

Il santuario di Re
28 febbraio 2021
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Gli indici di contagio nei sette comuni della Valle Vigezzo, che dalle 18 di sabato sono in zona rossa, rapportati agli abitanti (complessivamente sono poco più di seimila), in una settimana sono raddoppiati. Complessivamente i contagiati sono un centinaio. I comuni in lockdown sono Craveggia, Druogno, Malesco, Santa Maria Maggiore, Toceno e Villette, che si sono aggiunti a Re, paese vigezzino più vicino al confine con il Canton Ticino, in cui il provvedimento è stato applicato una settimana fa. E Re è anche il comune in cui è più alto il numero dei contagiati che continuano a essere 45, mentre a Malesco sono 19, Santa Maria Maggiore 9, Craveggia 7, Druogno 4, Toceno 2 e Villette uno. Una mezza dozzina i ricoverati. L'ordinanza firmata dal presidente di Regione Piemonte Alberto Cirio conferma che nei sette comuni dell'Unione Montana Valle Vigezzo ci si può allontanare dalla propria abitazione solo per motivi di salute, lavoro e reale necessità. Occorre essere in possesso di autocertificazione. Nessun problema per i frontalieri che comunque debbono avere con se il permesso di lavoro. Sono chiuse le scuole di ogni ordine e grado. Chiusi anche negozi, bar e ristoranti. Aperti solo gli alimentari. Sono previsti i controlli, ma in modo molto discreto come è accaduto nei giorni scorsi a Re, dove tutti hanno rispettato le prescrizioni previste. I sindaci dei comuni vigezzini hanno chiesto a Regione Piemonte che alla valle venga garantita priorità nella somministrazione dei vaccini e si facciano tamponi a tappeto. La zona rossa dei comuni della Valle Vigezzo non ha colto di sorpreso i sindaci. ”Ce l'aspettavamo: era nell'aria. Credo sia l'unica soluzione per metterci in sicurezza e uscire al più presto da questa situazione” commenta Paolo Giovanola, sindaco di Craveggia. Gli fa eco Enrico Barbazza, primo cittadino di Malesco: ”Già una settimana fa ero dell'avviso che in zona rossa dovesse rientrare tutta la valle. Siamo una zona omogenea, con paesi vicino l'uno all'altro, con continui scambi, e poi tanti di noi vanno in Ticino a lavorare e la variante più contagiosa dicono che venga da lì”.