Sospese fino al 28 febbraio tutte le messe al Santuario della Madonna del Sangue, frequentatissimo anche dai fedeli ticinesi
Tre ricoveri di altrettanti abitanti di Re ieri in ospedale a causa del Covid-19: un 90enne e due donne di 80 e 60 anni. C'è attenzione per quanto succede nell'ultimo paese prima del confine di Stato di Ponte Ribellasca con il Canton Ticino, che dalle 18 di sabato è in “zona rossa” e lo rimarrà sino a venerdì 26 febbraio.
A Re non si può andare, così come non si può uscire se non muniti di autocertificazione. Si può solo transitare se si è diretti in Ticino: un permesso riservato però solo ai frontalieri (sono oltre un migliaio i lavoratori che percorrono la statale 337 della Valle Vigezzo). Non poter andare a Re significa non poter visitare il maestoso Santuario della Madonna del Sangue, basilica costruita a pochi metri da dove si compì un miracolo a fine 1400, con il sanguinamento di un affresco della Madonna colpito da un sasso. La devozione mariana è forte (fortissima è l'affluenza di fedeli ticinesi). Qui quando c'è una difficoltà il primo pensiero va a Maria Santissima. Succede così ormai da un anno con la pandemia. La basilica, non era mai accaduto il passato, è stata chiusa: decisione presa dal rettore del Sanuario Giancarlo Juilita, che ha sospeso tutte le messe sino a domenica 28 febbraio. Nel frattempo i primi esiti di laboratorio confermano che a Re molti fra i 42 positivi su una popolazione di 700 residenti sono stati contagiati dalla variante inglese.