La Corte di Cassazione boccia l'istanza presentata dei legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all'ergastolo
L'ennesimo capitolo giudiziario legato alla strage di Erba registra un nuovo pronunciamento della Corte di Cassazione. Negativo per la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo in via definitiva in quanto responsabili della mattanza, tre donne e un bambino uccisi in uno stabile di via Diaz. Il nuovo pronunciamento della Suprema Corte sembra aver scritto la parola fine all'iter giudiziario. Le difese chiedevano di poter analizzare reperti trovati sul luogo dell’eccidio e che, stando ai legali dei coniugi erbesi, non erano stati presi in considerazione nelle indagini in quanto ritenuti ininfluenti. Già la Corte di Assise di Como lo scorso febbraio aveva respinto la richiesta avanzata dai difensori dei due imputati accusati dell’efferato omicidio di Raffaella Castagna e del suo bambino Youssef di quattro anni, della madre Paola Galli (nonna materna del piccolo) e della vicina Valeria Cherubini. Una quinta persona rimase gravemente ferita.
I nuovi esami chiesti dalla difesa riguardavano campioni biologici, un vecchio cellulare Motorola, e l’accesso ai server della procura per analizzare le registrazioni delle intercettazioni ambientali compiute subito dopo la strage. I giudici di Como avevano respinto la richiesta in quando la difesa puntava a “riesaminare materiale probatorio che ha avuto a disposizione fin dalla chiusura delle indagini preliminare”. Non è dato sapere le motivazioni dei giudici della Suprema Corte che per ora si sono limitati a comunicare che l'istanza della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi non era stata accolta.