Confine

Porlezza, quando la moglie picchia il marito

Rinviata a giudizio la donna di 42 anni che augurò la morte all'uomo, insultò e aggredì verbalmente a più riprese anche i due figli

Ruoli invertiti: in questo caso non sono i figli o la donna a subire, ma è l'uomo, costretto a chiamare i carabiniari (Ti-Press/Archivio)
4 novembre 2020
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Un demone, una candela e un ''auspicio'' al marito: ''muori''. È il contenuto di un messaggio Whatsapp che una 42enne di Porlezza ha inviato a un famigliare. Un messaggio nel fascicolo che l'accusa porterà nel processo a carico della donna (prima udienza in gennaio). Fra le carte processuali, storie di botte al marito e minacce ai figli. Nove anni di maltrattamenti, che avvenivano quasi ogni giorno. Principale destinatario delle sfuriate della donna, madre di due bimbi di 9 e 12 anni, era il marito, al contrario di quanto accade abitualmente. L’uomo un anno fa si è rivolto ai carabinieri per mettere fine a una condizione familiare diventata ormai invivibile. Ai militari ha raccontato delle botte e delle aggressioni quotidiane che riceveva dalla moglie, che a volte lo aspettava a casa sotto l’effetto di alcol: manici di scopa, ciabatte, stracci lanciati da una parte all’altra delle stanze. Aggressioni che lasciavano lividi evidenti. Ma anche insulti e denigrazioni, spesso davanti ai bambini, costretti ad assistere alle umiliazioni subite dal papà, picchiato e offeso dalla mamma. La moglie minacciava di allontanarlo dai figli e di mandarli in collegio. Gli augurava la morte. Anche i figli venivano insultati con aggettivi che mettevano in ridicolo le loro caratteristiche fisiche, minacciati di essere mandati in collegio, o in comunità quando piangevano. Dopo la denuncia, i due coniugi si sono separati, e per la donna ora è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Nel fascicolo della Procura di Como anche le relazioni dei servizi sociali.