Confine

Balzo in avanti della valuta intercettata al confine

Crescono i sequestri della Guardia di finanza ai valichi comasco-ticinesi. E la magistratura sceglie la linea dura

Intercettato un fiume di denaro (Ti-Press)
2 novembre 2020
|

Crescono i sequestri di valuta ai valichi comasco-ticinesi, a cominciare dalla dogana autostradale di Brogeda. È quanto emerge dall'attività di contrasto al traffico di valuta della Guardia di Finanza di Ponte Chiasso, Olgiate Comasco e Valsolda. Un dato nuovo rispetto al più recente passato: sono in aumento, infatti, le denunce per i reati di riciclaggio. Ciò lo si deve al fatto che le persone trovate in possesso di somme importanti di denaro non sono state in grado di dimostrarne la legittima provenienza. Da qui il sequestro del denaro intercettato in dogana.

La Procura di Como ha deciso, in effetti, di adottare la linea dura. Il traffico di valuta in frontiera è diventato un reato penale, con tutte le pesanti conseguenze che ne derivano; non è più 'solo' una violazione amministrativa, come è stato in passato. Le ultime due operazioni hanno avuto per protagonisti un 60enne ex contrabbandiere, conosciuto come corriere di valuta, trovato a ridosso di Brogeda con 90mila euro e 41mila franchi in banconote da mille franchi, e un 35enne, pure lui con precedenti per contrabbando, fermato al valico di Ronago Val Mulini, mentre rientrava in Italia. Nell'abitazione di Olgiate Comasco dell'uomo le Fiamme gialle hanno sequestrato un tesoro in monete d'oro e d'argento, una mezza dozzina di Rolex d'oro e pietre preziose.

Dal settembre 2019 all'agosto di quest'anno, la Finanza ha effettuato 1'307 controlli mirati per verificare il rispetto delle norme sulla circolazione transfrontaliera di valuta: 17,5 i milioni di euro venuti alla luce. Somma superiore del 30 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Trecentodieci le violazioni accertate in 120 casi e altrettante le denunce alla Procura di Como per riciclaggio. Complessivamente sono stati sequestrati 8 milioni di euro, oltre il doppio della valuta scoperta nei dodici mesi precedenti il più recente bilancio. Soldi che in misura analoga entravano o uscivano dalla Svizzera. Oltre alla valuta, si è sorpresa documentazione attestante disponibilità di capitali all'estero per 144 milioni di euro.