Il sacerdote ucciso il 15 settembre a Como sarà ricordato dalle parole di don Giusto Della Valle
La Marcia della Pace di domenica 11 ottobre da Perugia ad Assisi sarà nel nome di don Roberto Malgesini, il prete degli ultimi ucciso il 15 settembre a San Rocco a Como, e di Willy Monteiro Duarte, massacrato a pugni e calci da quattro picchiatori a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre. La decisione è di questi giorni. La prima Marcia della Pace risale al 1961 e rappresenta l'evento più importante che si svolge in Italia dedicato alla pace. All'epoca sfilarono oltre 20mila persone, fra queste Arturo Carlo Jemolo, Guido Piovene, Renato Guttuso, Ernesto Rossi, Giovanni Arpino e Italo Calvino. Quest'anno, a causa della pandemia, la manifestazione prevederà una catena umana lunga venticinque chilometri, ovvero la distanza che separa Perugia ad Assisi. Sono attese oltre 10mila persone, con un distanziamento di due metri, che saranno unite da un filo con i colori della pace stretto fra le mani dei partecipanti. In questo modo si potranno rispettare le regole anti Covid-19, senza perdere il significato della manifestazione, che quest'anno si svolge a pochi giorni della visita di papa Francesco ad Assisi per presentare la nuova enciclica 'Fratelli Tutti'.
Domenica 11 ottobre a ricordare la figura di don Roberto è stato invitato don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio, da anni al fianco dei migranti. "Del resto, chi meglio di lui può portare una testimonianza coerente dell'impegno e del servizio portato avanti per anni da don Roberto?", fanno sapere gli organizzatori della Marcia della Pace. Don Giusto anticipa a 'laRegione' cosa pensa di dire ad Assisi: «Che il giorno in cui è stato ucciso sul tavolo della sua cucina c'era un breviario che era fermo su una pagina di un testo del cardinale Carlo Maria Martini. Dirò anche che don Roberto ci impegna a lavorare più sull'accompagnamento individuale di una persona, sui suoi passi piccoli ma graduali. Tante sono le cose che ci parlano di don Roberto e del messaggio che ci lascia per sempre: crescere nell'umanità del donarci».