I difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi chiederanno di poter analizzare i reperti trovati sul luogo dell'eccidio e mai considerati
Un nuovo capitolo giudiziario nella strage di Erba, il più efferato delitto in Italia dal dopoguerra ai giorni nostri: quattro morti, fra cui un bambino, uccisi nel dicembre 2009. I ripetuti pronunciamenti nei vari gradi di giudizio, fra cui la sentenza di condanna all'ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi da parte della Corte di Cassazione, non hanno definitivamente scritto la parola fine.
Il prossimo 17 novembre si terrà, davanti alla Suprema Corte, una nuova udienza chiesta dai difensori della coppia erbese per chiedere di poter analizzare reperti trovati sul luogo dell'eccidio, l'abitazione di Raffaella Castagna, in via Diaz, e che non erano stati presi in considerazione nelle indagini.
Il ricorso scaturisce dal diniego della Corte d'assise di Como, che nei mesi scorsi, alla richiesta dei difensori della coppia, di poter analizzare numerosi reperti. Gli avvocati Fabio Schembri e Luisa Bordeaux hanno anche rinnovato la richiesta di accedere al server della Procura di Como per poter disporre di tutte le intercettazioni telefoniche e ambientali.