Confine

La scorta di Di Maio in Ticino innesca la polemica mediatica

'Si tratta di una campagna social contro il ministro', reagisce il movimento Cinque Stelle. Dispositivo di sicurezza predisposto dalla Svizzera

L'arrivo a Brogeda (Ti-Press)
19 giugno 2020
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Si torna a parlare del video girato dal deputato al Gran Consiglio Stefano Tonini della Lega dei Ticinesi che, martedì scorso, ha immortalato una maxi scorta di auto blu al seguito del ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio in visita in Svizzera per l’incontro con l’omologo svizzero Ignazio Cassis. A rilanciare la polemica sono stati rilanciati da alcuni quotidiani antigovernativi, suscitando una ondata di critiche, sberleffi e accuse. Oggi è il movimento Cinque Stelle nazionale a tornare sull’argomento, puntualizzando la questione e, di fatto, rimandando la palla proprio in quel Ticino da cui è scoppiato il caso.

''Giusto per correttezza d’informazione – scrive l'ufficio comunicazione del M5S sulla sua pagina facebook –, cosa che dovrebbe già fare un giornale ma che in questo caso viene meno per dare spazio a una becera propaganda, il ministro Di Maio si è tagliato la scorta''. Più avanti il movimento cinque stelle sostiene: ''In Svizzera non è stato speso un’euro in più dei soldi degli italiani, perché il dispositivo di sicurezza, oltre a essere stato deciso dalle autorità svizzere, è stato interamente predisposto e organizzato da loro”.

Per il deputato comasco grillino Giovanni Currò siamo in presenza di una 'fake news' e di una ''becera propaganda'' con la campagna social ''avviata online contro il ministro Di Maio''. A questo proposito Currò ricorda le battaglie di Di Maio contro scorte e auto di rappresentanza.