Il rogo è stato scatenato durante la giornata di Pasqua sopra Livo, Alto Lago di Como. Già individuati e denunciati i due piromani.
Non si sono presi un giorno di pausa neppure a Pasqua i piromani che anzichè restarsene a casa, come avrebbero dovuto fare, nel rispetto delle misure anti contagio, sono saliti sui monti tra Lario e Ceresio, sopra Livo, per appiccare le fiamme e bruciare i pascoli. Una tradizione in utile e pericolosa, ma difficile da sdradicare nelle aree boschive del Centro ed Alto Lago.
È accaduto il giorno di Pasqua. E il presidente della Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio, Mauro Robba, non ha nascosto la sua furia per l’episodio. «Purtroppo – ha denunciato – anche il giorno di Pasqua qualche povero imbecille ha pensato di tenere occupati i nostri volontari». Per domare le fiamme sono intervenuti la squadra anti incendio della Comunità Montana, supportata da tre squadre dei vigili del fuoco e da due elicotteri. Sono intervenuti anche gli uomini della polizia provinciale e i carabinieri forestali. Attorno alle 19 le fiamme sono state domate. Controlli sono stati effettuati anche il giorno di Pasquetta.
Pesante il bilancio: sono andati distrutti due ettari di pascoli, altrettanti di boschi di cedro e quattro di pini e abeti. Il 21 marzo scorso un vasto incendio aveva devastato un'ampia area boschiva al confine fra Comasco e provincia di Sondrio. I carabinieri hanno individuato e denunciato i due presunti piromani. Si tratta di due giovani allevatori di Garzeno che la notte, muovendosi agevolmente con moto da trial, si sarebbero spostati appiccando gli innesti in più punti.