Si tratta prevalentemente di stagionali del settore turistico e lavoratori interinali attivi in Ticino, Grigioni e Vallese
Circa 6'000 lavoratori frontalieri italiani hanno perso il lavoro a causa dell'emergenza coronavirus. Si tratta prevalentemente di stagionali del settore turistico e lavoratori interinali impiegati in vari rami, afferma Mirko Dolzadelli, responsabile sindacale Cisl per i frontalieri nel Consiglio generale degli italiani all'estero.
Per questi lavoratori - aggiunge il sindacalista in dichiarazioni riportate dall'agenzia Ansa - "abbiamo chiesto l'estensione delle misure previste per le lavoratrici e i lavoratori italiani contenute nel decreto legge Cura Italia".
I frontalieri italiani sono circa 80'000. Oltre 70'000 risiedono in Lombardia (nelle province di Varese, Como e Sondrio) e lavorano in prevalenza in Ticino, ma anche nei Grigioni e Vallese. "Due cantoni nei quali insistiamo perché vengano adottate le misure a salvaguardia della salute delle lavoratrici e dei lavoratori introdotte in Italia e nello stesso canton Ticino", osserva Dolzadelli.
Il Consiglio generale degli italiani all'estero, organismo di consulenza del governo e del parlamento di Roma, ha presentato la proposta di estendere ai frontalieri e ai cittadini italiani residenti stabilmente all'estero e rientrati in Italia per la perdita del lavoro, le indennità previste per le lavoratrici e i lavoratori italiani nelle misure contenute nelle disposizioni emanate a metà marzo.