Roma ha chiarito che il decreto che ha di fatto chiuso Lombardia e 14 province italiane non si applica a chi risiede in Italia e lavora in Svizzera.
I casi di coronavirus in Ticino sono saliti a 58. Lo comunica lo Stato maggiore cantonale di condotta, precisando che "l’aumento dei casi non incide al momento sul numero di persone ricoverate nei reparti di cure intense, che rimane stabile e limitato".
Intanto il Ministero degli esteri italiano ha chiarito che la frase contenuta nel decreto che ha di fatto chiuso Lombardia e 14 province italiane (“non vietano gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro”) significa che i “lavoratori transfrontalieri” potranno “entrare e uscire dai territori interessati per raggiungere il posto di lavoro e tornare a casa”.
"Le limitazioni introdotte oggi - si legge nella nota pubblicata sul sito della Farnesina - non vietano gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro. Salvo che siano soggetti a quarantena o che siano risultati positivi al virus, i transfrontalieri potranno quindi entrare e uscire dai territori interessati per raggiungere il posto di lavoro e tornare a casa. Gli interessati potranno comprovare il motivo lavorativo dello spostamento con qualsiasi mezzo, inclusa una dichiarazione che potrà essere resa alle forze di polizia in caso di eventuali controlli". Basterà quindi una sorta di autocertificazione.
Il trasporto di merci non sarà limitato visto che "è considerato come un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci".