Confine

La Piana, i gestori rispondono alle critiche

La decisione di chiedere al Comune di Re un risarcimento danni per la chiusura della Statale a causa della frana continua a far discutere

18 novembre 2018
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Dopo essersi attirati le critiche delle autorità comunali di Re, in Valle Vigezzo e di molti cittadini della zona, i gestori della stazione sciistica della Piana, in Valle Vigezzo, – che avevano chiesto un indennizzo al Comune di confine per la chiusura della statale a seguito della frana di Meis (nella quale lo scorso mese di aprile  morirono due locarnesi) – escono allo scoperto con una presa di posizione apparsa sul portale Ossolanews.it. “Come ammesso dal sindaco di Re e riportato nel summenzionato articolo, la nostra società come tutti gli operatori turistici della valle ha dovuto affrontare delle difficoltà in seguito alla chiusura della Strada Statale della Val Vigezzo dove “Commercianti e attività hanno registrato perdite. Non capiamo quindi lo stupore di fronte alla nostra iniziativa. Nei mesi successivi alla chiusura della strada statale della Val Vigezzo, abbiamo scritto due volte rispettivamente ad ANAS in quanto ente gestore della strada, e al Comune di Re in quanto proprietario del fondo da cui si è staccata la frana. Le nostre missive non hanno mairicevuto risposta né da ANAS, né dal comune di Re. Il sindaco di Re scrive che “avevamo altro da fare”. Segnaliamo che dal giorno della frana al deposito della causa presso il tribunale di Verbania sono trascorsi 6 mesi e che tale termine ci sembra congruo per prendere un foglio di carta, una penna e rispondere in merito ad una questione diventata  ormai meramente assicurativa, e che per un puro miracolo non si è trasformata in una strage. In assenza di segnali da parte dei due soggetti interessati, dopo mesi di vane attese, li abbiamo citati entrambi in solido davanti al Tribunale di Verbania al fine di ottenere le opportune risposte. Spetterà al tribunale stabilire se, chi, e in quale misura sarà responsabile“. E, ancora: “La caduta della frana - come ammesso anche dal sindaco di Re - ci ha causato danni ingenti che non sono solamente contingenti, ma anche prospettici. Purtroppo a causa dei troppi incidenti mortali dovuti a cadute di massi che si sono ripetuti nel corso degli anni, la Strada Statale della Val Vigezzo nell’immaginario collettivo si sta connaturando sempre più come una strada della morte. Il cantiere per la messa in sicurezza della strada non si è ancora chiuso a oltre sette mesi dall’evento e ad ogni scroscio di pioggia siamo tutti quanti, operatori, frontalieri, turisti, costretti a fare gli scongiuri. Non abbiamo colto alcuna attività concreta da parte delle istituzioni volte a rassicurare la popolazione circa la sicurezza della strada in questione, di certo non ci ha contattati nessuno. Non siamo a conoscenza di alcun piano straordinario per la messa in sicurezza di TUTTO il tratto, non solamente quello oggetto di frana, se ne esiste uno, nessuno ce lo ha comunicato. Tutte queste circostanze comportano danni di lungo periodo ben superiori all’entità della nostra richiesta e rischiano di compromettere qualsiasi possibilità di sviluppo della valle con riferimento all’accesso al pubblico ticinese ed al transito dei frontalieri (...). Auspichiamo che le istituzioni coinvolte si assumano le loro responsabilità, contribuiscano a mettere concretamente in sicurezza la strada, ripristinando la fiducia nei viaggiatori ed assumano un atteggiamento più rispettoso nei confronti di quelle realtà economiche della Valle che contro ogni logica imprenditoriale lottano ogni giorno per tenere in vita imprese, altrimenti tristemente – e forse giustamente - destinate all’oblio“.