Confine

Statale della Valle Vigezzo, riaffiora una vecchia variante

Per la messa in sicurezza della frana di Meis, torna d'attualità il progetto risalente al 1993 che prevede di passare a monte della parete rocciosa, attraverso Olgia

(Ti-Press)
9 aprile 2018
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Una variante di tre chilometri, compreso un ponte lungo trenta metri, da Olgia a Ponte Ribellasca. In sintesi l’ “uovo di Colombo” per risolvere i problemi sorti dopo la tragica frana del 1° aprile che ha ucciso due coniugi ticinesi. Il progetto preliminare – ripescato da Oreste Pastore – risale al 1993 ed era stato redatto a seguito delle morte di tre giovani frontalieri travolti da una frana, caduta in territorio di Olgia.'«Ne ho parlato domenica con il prefetto Igino Olita, il vice presidente della Regione Piemonte Fausto Reschigna e con l’ingegner Angelo Gemelli, capo dell’area compartimentale dell'Anas» – chiarisce il sindaco di Re - «La spesa prevista si aggira attorno ai 3 milioni di euro. Soldi già a disposizione, in quanto si potrebbero stornare dai 70 milioni di euro stanziati per sistemare la 337 che continuano a non essere usati». Tre chilometri a monte della parete rocciosa teatro della disgrazia. Già esiste un ampio sentiero. Per un chilometro e mezzo da Olgia la strada sarebbe in piano, poi in discesa sino a Ponte Ribellasca. «Tutti quelli con cui ho parlato domenica hanno manifestato interesse e disponibilità a riprendere in mano il progetto della variante. E non vedo come potrebbe essere diversamente considerato che tornerebbe utile, anche quando si porrà mano al progetto risolutivo che prevede la realizzazione di due gallerie a valle della parete rocciosa». Il sindaco di Re indica una possibile road map: «Per la variante la durata dei lavori è prevista in otto mesi, iniziando in maggio potrebbe essere disponibile nel gennaio o febbraio del prossimo anno. Consentirebbe di lavorare in traquillità sulla 337». E quella della sicurezza a 360 gradi è un imperativo dal quale Oreste Pastore non intende derogare: '«Cinque vite umane spezzate rappresentano un prezzo inacettabile. Per cui dico basta a qualsiasi rischio». Nel frattempo la linea ferroviaria Vigezzina è nuovamente ferma a seguito di due grosse e minacciose crepe rinvenute nella parete rocciosa. I collegamenti internazionali sono sospesi. E continueranno ad esserlo sino a quando non sarà garantita la massima sicurezza, come ha ribadito Daniele Corti, direttore della società SSif che gestisce la tratta italiana della Ferrovia Vigezzina-Centovalli. L’alternativa alla Vigezzina sono i bus da Domodossola a Locarno, passando dalla Cannobina e dalla statale 34 del Lago Maggiore.