Notti agitate a Colverde e Maslianico, a causa dei rumorosi 'volatili' rossocrociati utilizzati dalle guardie di confine. La reazione dei sindaci
Cresce la protesta degli abitanti di Colverde e Maslianico che sostengono di non dormire più a causa del ronzio dei droni rossocrociati, utilizzati dalle guardie di confine nell'azione di contrasto a passatori e migranti. E' soprattutto fra le 23 e le 3 del mattino che, stando alle segnalazioni fatte ai carabinieri e ai sindaci dei due comuni, sarebbe impossibile chiudere occhio. Non è la prima volta che gli abitanti della fascia di confine sollevano il problema. Era accaduto già la scorsa estate, quando il ronzio era ancor più fastidioso. Le proteste sembravano aver portato ad un primo intervento: la promessa dell'uso di droni di nuova generazione, gli Hermes 900, dotati da una tecnologia meno rumorosa e capaci di volare più in alto. Ma stando a coloro che sostengono di non dormire, il ronzio non è per niente diminuito, anche se – rispetto all'estate – le finestre rimangono chiuse. Chi protesta sostiene di aver chiesto come stanno le cose alle guardie di confine ticinesi, che avrebbero invitato a rivolgersi a Berna. Sulla vicenda intervengono due sindaci. Tiziano Citterio, primo cittadino di Maslianico: «Non mi risulta che dai sentieri di Maslianico passi un fiume di migranti. Basterebbe una pattuglia a contrastare l'eventuale entrata illegale. Otterebbe migliori risultati rispetto ai fastidiosi droni. Quello dei rumori è un problema grave in quanto sono numerosi quelli che non dormono più». Citterio pensa ad un atto dimostrativo: fuochi d'artificio per contrastare le pale dei droni. Cristian Tolettini, sindaco di Colverde: «Le segnalazioni in questi giorni sono in aumento. Sto cercando di comprendere come funzionano queste autorizzazioni. Se c'è modo di opporsi. Considerato che i droni rappresentano una misura adottata da un'autorità straniera. Voglio capire se possono valere il nostro codice penale e i diritti civili». La quiete pubblica, anche in rapporto a problemi sanitari, in Italia è un diritto sancito sia dal codice penale che civile.