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Morte del 52enne sui binari, indagati macchinista e capotreno

3 gennaio 2018
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Due indagati - macchinista e capotreno - per la straziante morte di un 52enne passeggero che salito a Como sul treno proveniente da Chiasso, alla stazione di Albate, non era riuscito a scendere in quanto le porte erano in chiusura. L'uomo era perciò rimasto bloccato: il corpo fuori dalla carrozza, la caviglia stretta tra le porte. Solo quattro chilometri dopo alla stazione di Cucciago ci si era accorti di quanto era accaduto. Una scena raccapricciante: una gamba maschile, incastrata tra le porte della carrozza. E nient'altro. Il corpo straziato era stato recuperato lungo la massicciata.

Il pubblico ministero Maria Fadda, sostituto della Procura di Como ha chiuso l'inchiesta accusando di omicidio colposo macchinista e capotreno per non aver rispettato le regole previste nelle operazioni di fermata e ripartenza, che vengono regolarmente recepite e impartite anche da Trenord. Al momento della ripartenza del treno sarebbe emerso che il segnale di «pronti alla partenza» sarebbe stato dato dal capotreno senza verificare che tutte le porte fossero effettivamente sgombre. A sua volta il macchinista non avrebbe rilevato la segnalazione fornita dalla specifica spia di «blocco porte», rimasta attiva per circa quaranta secondi e relativa alla quarta carrozza. Nonostante ciò, il macchinista ha proceduto con la partenza, senza attendere un nuovo segnale da parte del capotreno. A quel punto, nessuno aveva potuto fare più nulla.

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