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Primi segnali di debolezza

L’andamento dell’indice S&P 500, pari al 14,8% dall’inizio dell’anno, è eccezionalmente buono. Questa performance è stata trainata principalmente da azioni come Nvidia, Microsoft e Meta, che stanno beneficiando dell’elevata domanda di chip e applicazioni IA. Ciò non tiene però conto del fatto che i titoli statunitensi legati ai beni di consumo stanno lanciando i primi segnali di debolezza.

Dall’inizio dell’anno l’intelligenza artificiale (IA) domina i titoli dei giornali. Le azioni del produttore di chip per l’IA Nvidia continuano a raggiungere nuovi massimi storici e sono lievitate di oltre il 162% dall’inizio dell’anno. I titoli statunitensi legati ai beni di consumo, invece, stanno mostrando i primi segnali di debolezza. I consumi sono un fattore chiave per l’economia statunitense, in quanto rappresentano circa il 70% del prodotto interno lordo degli Stati Uniti.

La fiducia dei consumatori, rilevata mensilmente dall’Università del Michigan, ha mostrato un sorprendente peggioramento a giugno. Questo crollo si riflette anche sulle azioni legate ai beni di consumo americane. Starbucks, la catena di caffetterie famosa in tutto il mondo, non riesce a mantenere le aspettative di vendita del mercato e il titolo ha registrato un calo di quasi il 15% dall’inizio dell’anno. Evidentemente i consumatori non sono più disposti a spendere così tanto per un caffè. Anche il titolo dell’azienda di implantologia dentale svizzera Straumann, che realizza quasi il 30% del suo fatturato totale negli Stati Uniti, ha perso il 14% dall’inizio dell’anno. Il numero di pazienti negli Stati Uniti è notevolmente diminuito e i consumatori statunitensi si interrogano più spesso sull’opportunità di acquistare impianti dentali di alta qualità.

Fino a poco tempo fa, i mercati temevano che l’economia statunitense potesse crescere troppo. Questo timore è passato in secondo piano. La pressione inflazionistica si è notevolmente attenuata e il rendimento dei treasury a dieci anni è sceso al 4,3%. Se i consumi continueranno a perdere slancio e l’inflazione a scendere, per la Banca centrale statunitense (Fed) si creano buone premesse per un atterraggio morbido.

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