Con la sua politica monetaria audace, la Banca nazionale svizzera ha deliberatamente indebolito il franco. Avviando una svolta sui tassi d’interesse, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha dimostrato la sua indipendenza dalle grandi banche centrali. Il corrispondente tasso di riferimento è stato abbassato dall’1,75% all’1,50%. L’inflazione in Svizzera è rimasta costantemente al di sotto della soglia del 2% da giugno 2023 e rientra quindi nell’obiettivo della Banca centrale. Con questa mossa a sorpresa, la BNS ha rafforzato il trend di svalutazione del franco svizzero avviato all’inizio dell’anno. Alla luce della bassa inflazione, la BNS è stata sorprendentemente una delle prime banche centrali ad allentare la propria politica monetaria a marzo, abbassando il tasso di riferimento. La Banca centrale europea (BCE) resta ferma e nella riunione di aprile ha deciso di non modificare la propria politica. Anche la Banca centrale USA (Fed) ha lasciato invariata la situazione, con i tassi nella fascia tra il 5,25% e il 5,50%, come previsto. In considerazione dell’andamento dell’inflazione, riteniamo che manterranno questo livello di tassi fino all’estate. Nel primo trimestre del 2024, il dollaro USA, la sterlina e l’euro si sono rafforzati in modo significativo rispetto al franco (vedi grafico). Il settore dell’esportazione accoglierà con favore questo sviluppo. Un franco più debole aumenta la competitività all’estero e ha un effetto positivo sui margini di utile delle imprese orientate all’esportazione. Tuttavia, la fase di debolezza non dovrebbe durare a lungo. La pressione ribassista si attenuerà al più tardi quando la Fed e la BCE taglieranno i loro tassi di riferimento (verosimilmente) in estate. Sulla base dei livelli attuali, prevediamo quindi che quest’anno le coppie valutarie EUR/CHF e USD/CHF assumeranno un andamento laterale.
Come consuetudine consigliamo sempre di investire attenendosi alla propria strategia d’investimento.