Speciale Economia

Innovazione tecnologica

La valutazione delle azioni americane misurata dal rapporto prezzo su utili dell’indice S&P 500 è tornata a livelli elevati. La situazione normale della versione equi-pesata dell’indice segnala aspettative di crescita più che robuste per le grandi capitalizzazioni. I grandi titoli tecnologici (i magnifici sette: Amazon, Alphabet, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla) rappresentano quasi un quarto della capitalizzazione dell’S&P 500. Il loro notevole rialzo dall’autunno del 2022 è stato alimentato dal potenziale attribuito all’intelligenza artificiale (AI). Enfatizzato nella comunicazione agli investitori, è confermato dai fatti. Le intenzioni d’investimento, gli obiettivi di redditività dei mezzi propri e le politiche di distribuzione agli azionisti sotto forma di dividendi e riacquisti di azioni suggeriscono che cinque su sette prevedono una crescita degli utili nel lungo periodo sopra la media. È da intendere in due fasi. Il processo di diffusione con i tassi di crescita eccezionali interviene nella prima fase, già in corso. L’esperienza insegna che non tutti gli obiettivi di crescita verranno però realizzati. L’AI rappresenta solo una parte delle vendite dei magnifici sette. Le barriere d’entrata nel campo delle applicazioni dell’AI sono alte a causa della necessità di disporre di enormi quantità di dati. La competizione è comunque intensa e peraltro cinque dei magnifici sette sono in concorrenza diretta. L’AI è ritenuta tra le tecnologie più distruttive. Le vendite supplementari che genererà cannibalizzeranno parte di quelle già esistenti. Rischia infine di soffrire di una rapida obsolescenza. Il profilo di rischio dei magnifici sette è superiore alla media. Le valutazioni già parecchio alte li rendono vulnerabili a eventuali delusioni. L’investitore azionario il cui orizzonte d’investimento è lungo non dovrà quindi lasciarsi prendere la mano e mantenere un posizionamento calcolato e misurato nel tema dell’AI.