Nonostante i crescenti segnali di un’imminente recessione, l’indice S&P 500 si rivela sorprendentemente solido con una performance del 10% dall’inizio dell’anno. Tuttavia, la tendenza al rialzo non viene sostenuta da tutto il mercato, bensì solo da un numero limitato di aziende di Big Tech.
I segnali che preannunciano una recessione stanno aumentando. L’economia statunitense sta rallentando sempre più: le domande iniziali di sussidio di disoccupazione presentate ogni settimana aumentano e il numero di posti vacanti diminuisce. Il prezzo del rame, spesso utilizzato come indicatore congiunturale, perde più del 13% nel giro di un anno e, nello stesso periodo, il prezzo del petrolio scende di oltre il 20%. Ciononostante, l’S&P 500 rimane sorprendentemente forte e guadagna quasi il 10% dall’inizio dell’anno. Come si spiega la forza dell’indice S&P 500?
La sua solida performance è dovuta alle poche azioni Big Tech. A causa delle incertezze nel settore bancario, negli ultimi mesi molti investitori e molte investitrici hanno cercato rifugio nelle azioni Big Tech, poiché queste aziende dispongono di una quota elevata di liquidità e bilanci solidi. Inoltre, l’hype dell’intelligenza artificiale (AI) ha alimentato la performance delle azioni tecnologiche. L’indice Russell 2000, che comprende le 2000 società quotate più piccole ponderate in base alla capitalizzazione di mercato e rappresenta quindi un indicatore migliore per l’economia americana, è diminuito dello 0,06% dall’inizio dell’anno e ha perso il 6% nell’ultimo semestre. I rischi di recessione e le difficili condizioni di finanziamento per le imprese sono già stati scontati in questo contesto.
Il notevole rialzo dell’indice S&P 500, basato sulla performance di un numero limitato di azioni Big Tech, poggia su basi fragili. Se l’hype dell’AI dovesse indebolirsi o la congiuntura dovesse continuare a raffreddarsi, i principali sostenitori della performance dell’indice S&P 500 potrebbero perdere valore.