Speciale Economia

Artico: più vicino di quanto si pensi

La guerra in Ucraina si protrae orma da un anno: un conflitto che ha fortemente catalizzato l’impennata dei prezzi al consumo pure in Svizzera, facendoci capire come avvenimenti lontani possano avere chiare ripercussioni anche alle nostre latitudini. A prescindere dal futuro andamento del conflitto, forse in pochi sono a conoscenza che vi è un’altra zona del mondo in cui gli equilibri geopolitici potrebbero avere un impatto sui prodotti che consumiamo tutti i giorni. "Non è un gioco di parole: la nuova guerra fredda si gioca anche nell’Artico" spiega Walter Lisetto, Direttore e responsabile dell’Asset Management di Axion SWISS Bank. "Questa regione riveste innanzitutto un enorme interesse a livello di materie prime energetiche. La Russia vi estrae un terzo del suo greggio ed è qui che gli esperti ritengono che dorma, sotto i ghiacci, sino un quarto del petrolio e del gas ancora da scoprire sul pianeta: un’enorme fetta di torta che ha già attirato ingenti investimenti cinesi nell’Estremo Oriente russo e che farà gola anche agli USA". Ad accrescere l’interesse cinese per l’Artico "vi è anche il fatto che è ritenuto un bacino estremamente promettente di "terre rare", ovvero i minerali indispensabili per la produzione di batterie e componentistiche tecnologiche come i microchip. Pechino ne controlla circa l’80% dell’attuale produzione mondiale e per lui è un asse strategico cruciale". Infine, l’Artico è sempre più "terra" di conquista per il dominio delle rotte di navigazione commerciale: "Un elemento in più che fa dell’Artico una regione dove si giocherà una delle partite decisive nello scacchiere rappresentato da Stati Uniti, Cina e Russia. Una regione lontana ma forse più vicina di quanto ci possa sembrare, capace in futuro di avere implicazioni dirette anche sui prezzi dei beni che consumiamo qui da noi".