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Le batterie al litio sono il nuovo petrolio?

Il litio rappresenta una speranza per la transizione energetica. Il principale campo di applicazione del litio è la produzione di batterie ricaricabili agli ioni di litio, utilizzate principalmente nella mobilità elettrica. In questo modo, le emissioni di CO2 diminuiranno, purtroppo non senza danneggiare l’ambiente.

Il Solactive Global Lithium Index è aumentato del 18,47% dall’inizio dell’anno. L’indice è composto dalle società più grandi e più liquide quotate in Borsa, operanti nell’ambito dell’estrazione di litio e nella produzione di batterie agli ioni di litio. L’aumento è dovuto in gran parte all’elevato fabbisogno di litio per le auto elettriche. Morgan Stanley prevede che la domanda di litio crescerà del 637% entro il 2030, mentre nello stesso periodo altri metalli importanti come il cobalto e il nichel aumenteranno rispettivamente solo del 183 e del 105%. Una batteria di un’auto elettrica pesa in media 185 kg, 6 di essi sono di litio. Con investimenti miliardari, la Cina ha accumulato un notevole vantaggio rispetto all’Europa e agli Stati Uniti nell’estrazione del litio e nella tecnologia delle batterie al litio. La maggior parte delle batterie per le auto elettriche viene prodotta in Cina. Recentemente negli Stati Uniti e in Europa vengono creati impianti di produzione di batterie con l’obiettivo di ridurre la forte dipendenza dalla Cina.

Il litio è la materia prima principale per la transizione energetica. Purtroppo, l’estrazione del litio richiede grandi quantità d’acqua e questo ha conseguenze drammatiche per l’ambiente: prati e zone umide si prosciugano e la popolazione locale, perlopiù povera, soffre le conseguenze della carenza d’acqua. Sono molti gli investitori consapevoli di questo dilemma che richiedono un approccio sostenibile.