Investitori e politica premono, ma è probabile che il taglio arrivi solo in estate
Ancora ‘calma e gesso’ alla Bce a fronte di un mercato e investitori che, assieme a una larga fascia del mondo politico e imprenditoriale, premono per un taglio dei tassi di interesse. Alla vigilia della riunione il board dell'istituto centrale e' determinato a lasciare i tassi invariati. Ma soprattutto nella conferenza stampa successiva la presidedente Lagarde, con ogni probabilità, non fornirà indicazioni di un anticipo della tempistica dopo che a Davos ha fissato per l'estate una mossa in quella direzione.
Se la lotta all'inflazione sta infatti mietendo successi (è poco sotto il 3% nell'eurozona a dicembre) con una brusca frenata dei prezzi, diversi esponenti del board hanno invitato alla prudenza, sottolineando come una parte di questo risultato sia dovuto al calo dei prezzi delle materie prime e dell'energia. Un effetto congiunto riconosciuto anche dal dg di Banca d'Italia Signorini, che ha rilevato poi come, di fronte al brusco calo dei prestiti per via della stretta monetaria, l'Europa e l'Italia si trovino sì in stagnazione, ma non in recessione e con effetti reali molto minori rispetto al credit crunch del 2011-2012.
Segnali moderatamente positivi sono arrivati anche dagli indici pmi dell'Eurozona e di Francia e Germania che hanno visto una piccola crescita, mentre l'occupazione è ancora in crescita. Resta in salute il comparto bancario grazie anche ai buoni margini. Quello italiano, che negli scorsi anni era oberato dagli Npl e dal legame con il debito sovrano, ha indicatori positivi sottolineati anche dal report diffuso da S&P in un focus dedicato. I solidi utili prima degli accantonamenti saranno ben superiori alle perdite su crediti malgrado il rallentamento dell'economia del paese recita il rapporto.
Keystone
Il palazzo dove ha sede la Bce, a Francoforte
Le banche, per voce del presidente Abi Antonio Patuelli, hanno auspicato comunque un taglio "più tempestivo e più graduale" da parte della Bce e hanno presentato alla Ue un dossier dove chiedono "norme semplificate e flessibili" e un'attuazione più calibrata del pacchetto bancario e di Basilea 3
Diversi analisti come quelli di Ebury e Vontobel, ritengono quindi che alla fine della riunione la Lagarde utilizzerà ancora una volta un linguaggio simile a quello di dicembre per frenare le attese di mercato e investitori e che la riduzione avverrà appunto a giugno. Il timing è infatti essenziale: per il capo economista di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice il 2024 vedrà tre riduzioni dei tassi, contro i 6 delle precedenti stime di mercato, e non prima di giugno.
Anche secondo le previsioni di Bloomberg è difficile che Francoforte riduca i tassi alla stessa velocità della Federal Reserve Usa nel 2024 come previsto dal mercato fino a pochi giorni fa. Si riducono quindi le voci di chi vede possibile una prima decisione ad aprile: "La Bce farà da apripista alla Fed con un primo taglio dei tassi nel secondo trimestre", afferma Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud Am. A ogni modo l'inversione di tendenza sembra oramai avviata, regitrata anche dagli indici di mercato come l'Irs su cui sono parametrati i mutui.
Dopo il picco toccato a fine 2023, i tassi in offerta dalle banche hanno iniziato a scendere. Un respiro per chi ha ancora un finanziamento a tasso variabile e maggiori prospettive per chi vuole siglare un nuovo prestito, magari sul fisso.