Oscar

Sul Dolby Theatre aleggia la guerra a Gaza

In corsa il documentario ‘No Other Land’, snobbato dai distributori statunitensi

26 febbraio 2025
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La tragedia di Gaza lambisce la cerimonia degli Oscar: a colpi di spillette simboliche, gruppi di advocacy rivali nati dopo l'attacco del 7 ottobre di Hamas a Israele stanno cercando di convincere le star a manifestare pubblicamente per la loro causa sul tappeto rosso del Dolby Theatre, dove la causa palestinese arriva con ‘No Other Land’, il documentario di un collettivo israeliano-palestinese sulla distruzione del villaggio di Masafer Yatta nella Cisgiordania occupata. Finalista in cinquina, l'opera di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor premiata a Berlino non ha ancora trovato un distributore negli Usa nonostante gli applausi della critica. Intanto ‘Brigade’, un'organizzazione pro-Israele nata dopo il 7 ottobre e che raccoglie circa 700 membri in tutti i settori del cinema e della televisione, ha inviato una lettera di fuoco agli attivisti di Artists4Ceasefire, a sua volta un collettivo di 550 pro-palestinesi che chiede il cessate il fuoco permanente e la consegna di aiuti umanitari nella striscia.

Tutto è nato da una e-mail che questo secondo gruppo ha inviato agli affiliati, invitandoli a sfilare con addosso distintivi che raffigurano una mano aperta con un cuore nel palmo. Ottenuta da Deadline, la replica di Brigade è scritta a lettere nere su sfondo arancione, il colore associato ai bambini israeliani Kfir Bibas, 10 mesi, e Ariel Bibas, 4 anni, di cui Hamas la scorsa settimana ha restituito i corpi assieme a quelli della madre Shiri. Hamas ha affermato che i bambini sono stati uccisi in un raid aereo di Israele, ma le Forze di Difesa israeliane, sulla base di un'autopsia, sostengono che qualcuno li abbia strangolati a mani nude. “Non avete vergogna?”, chiede Brigade: “Quella spilla non è simbolo di pace, è il simbolo di sangue ebreo versato”.

Nell'ultimo anno la spilletta di Artists4Ceasefire è stata indossata da star come Mark Ruffalo, Ava DuVernay, Nicola Coughlan e Ayo Edebiri. La riproporranno sul tappeto rosso di domenica? “Sarebbe importante avere il vostro sostegno per rafforzare i nostri sforzi tesi a salvare vite e mandare il messaggio che la compassione deve prevalere”, hanno scritto i militanti pro-Gaza alla comunità di Hollywood. La guerra a Gaza aveva fatto ombra anche agli Oscar 2024 con una serie di proteste lungo tutta la stagione dei premi: per molti divi la causa palestinese aveva rappresentato la naturale estensione dei movimenti per la giustizia razziale e sociale scesi in piazza dall'estate 2020 dopo l'assassinio dell'afroamericano George Floyd da parte della polizia bianca.