La famiglia Broccoli, storica produttrice dei film di 007, ha ceduto il controllo creativo della saga all’azienda di streaming
In futuro James Bond sarà completamente diverso da quello che abbiamo conosciuto finora. Chi conosce anche solo a grandi linee la serie di film può trovare l’affermazione bizzarra: il personaggio, da quando fece la sua comparsa nel 1962 in ‘Licenza di uccidere’, si è continuamente adattato ai tempi. Dalla fredda virilità dell’era Sean Connery si è passati, dopo un tentativo con George Lazenby di dare qualche emozione al personaggio, ai toni più leggeri e ironici di Roger Moore, proseguendo poi con il Bond tormentato di Timothy Dalton e quello sofisticato di Pierce Brosnan, arrivando fino alla complessità del personaggio negli ultimi film con Daniel Craig.
Il fatto è che a supervisionare tutti questi film è sempre stata la famiglia Broccoli. Il controllo creativo del personaggio è – o meglio era – infatti nelle mani della Eon Productions, fondata da Albert R. Broccoli e Harry Saltzman ai tempi del primo film di Bond e ora gestita dai due figli di Albert, Barbara Broccoli e Michael Wilson. Nel corso degli anni la Metro-Goldwyn-Mayer entrò in possesso di parte dei diritti, senza tuttavia alcun potere decisionale su cosa produrre o quale attore avrebbe interpretato Bond. Questa era la situazione quando Amazon acquistò la MGM nel 2021, ma come rivelato lo scorso dicembre dal ‘Wall Street Journal’ tra Amazon e Barbara Broccoli si sono create forti tensioni che di fatto avevano bloccato tutti i progetti futuri.
Non si tratta di semplici divergenze artistiche, ma della contrapposizione tra quella che con un po’ di nostalgia potremmo definire “vecchia Hollywood” – con i suoi film pensati innanzitutto per il cinema e, pur senza arrivare al coraggio delle produzioni indipendenti, anche disposta a correre qualche rischio, pensiamo alla scelta di un attore poco conosciuto come nel 2006 era Daniel Craig –, e i nuovi operatori dell’entertainment che privilegiano algoritmi e abbonamenti ai servizi in streaming. Per Barbara Broccoli quelli di Amazon erano dei “maledetti idioti” e, stando alle persone sentite dal ‘Wall Street Journal’, era determinata a non cedere. È notizia di oggi che invece ha ceduto: Amazon MGM Studios e la famiglia Broccoli hanno formato una joint venture per gestire i diritti di proprietà intellettuale di James Bond, ma questa volta il controllo creativo del personaggio sarà nelle mani di Amazon, mentre Barbara Broccoli e Michael Wilson “si concentreranno su altri progetti”. I dettagli economici dell’accordo non sono noti.
Per ora, tutto quello che sappiamo sul futuro di Bond è una dichiarazione di circostanza di Mike Hopkins, responsabile di Prime Video e Amazon MGM Studios: “Siamo onorati di portare avanti questa preziosa eredità e non vediamo l'ora di inaugurare la prossima fase del leggendario 007 per il pubblico di tutto il mondo”. È comunque quasi certo che partiranno diversi progetti non cinematografici intorno a Bond: uno dei temi di scontro era infatti lo sviluppo di una sorta di “universo cinematico” analogo a quello che Disney ha costruito con i supereroi Marvel e i personaggi di Star Wars, con un numero crescente – e di qualità variabile – di produzioni destinate allo streaming e incentrate non solo sul protagonista, ma anche su altri personaggi, i cosiddetti ‘spin-off’. Insomma, serie tv su Miss Moneypenny o sull’agente della Cia Felix Leiter, ma non solo: il franchise verrebbe infatti sfruttato anche con altri prodotti, come videogiochi e parchi a tema.
Diverso il discorso per il volto del prossimo James Bond. Secondo indiscrezioni, Amazon avrebbe voluto che a interpretare il personaggio fosse una donna, incontrando la ferma opposizione di Barbara Broccoli, disposta comunque ad accettare un Bond omosessuale o non bianco. Tuttavia la crescente opposizione verso simili scelte, dispregiativamente etichettate come ‘woke’, mal si coniuga con le priorità algoritmiche di chi deve vendere abbonamenti al proprio servizio di streaming e vendita di padelle online.