La città si prepara a mostrare all’Europa la sua tradizione di diversità, inclusione e divertimento, a maggio alla St. Jakobshalle e in tutta la città
Con i suoi 190mila abitanti, Basilea è terza dopo Zurigo e Ginevra, ma ciò non le ha impedito di diventare la prima città della Svizzera tedesca ad aggiudicarsi l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest (Esc). Gli spettacoli verranno trasmessi il 13, il 15 e il 17 maggio 2025 presso la St. Jakobshalle, in grado di ospitare circa 10’000 spettatori; chi non troverà posto potrà seguire la finale sul grande schermo dello stadio di calcio di St. Jakob-Park (affettuosamente chiamato Joggeli). Il Cantone sta inoltre pianificando un ricco programma d’accompagnamento a margine dell’evento, nonché l’allestimento di una “Eurovision Street” nel quartiere cittadino della Steinenvorstadt e lungo le rive del Reno, a Kleinbasel, cosa che permetterà ai visitatori che lo vorranno di godersi il fiume proprio come fanno i basilesi doc, che amano bagnarsi nelle sue acque lasciandosi trasportare dolcemente dalla corrente.
Al contrario di Berna e Zurigo, la città, che per il finanziamento ha stanziato 35 milioni di franchi, non è stata contrastata dall’Udc (che a Basilea fa parte di una coalizione di centro-destra favorevole alla manifestazione per gli ottimi introiti che genererà), ma dovrà comunque fare i conti con l’iniziativa lanciata dall’Unione Democratica Federale, che vuole bloccare i fondi e sulla quale i basilesi voteranno a fine novembre. “Non passerà. Prevedo al massimo un 12% di voti favorevoli da parte di gente confusa”: così si esprime sulla votazione Christoph Baumgartner, in arte Baum – rocchettaro basilese della vecchia scuola ed ex moderatore Srf con una lunga carriera alle spalle – che considera Basilea perfetta per un evento come l’Esc, “perché è un luogo speciale, in grado di offrire diversità, inclusione e anche tanto divertimento”. E poi c’è il sole, tanto sole, quello che, grazie alla sua particolare posizione geografica tra i Vosgi, la Foresta Nera e le montagne del Giura, le conferisce uno dei climi più caldi a nord delle Alpi.
Conosciuta soprattutto per i colossi dell’industria farmaceutica quali Roche e Novartis (evoluzione naturale dell’attività di tessitura e tintura della seta nata durante il periodo della riforma protestante), per il suo carnevale iscritto nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco e come mecca dell’arte grazie ad Art Basel e ai suoi eccellenti musei, Basilea nella sua storia ha collezionato diversi primati. È qui che nel 1460 è nata la prima università della Svizzera. Come spiega Martina Kuoni – grigionese di nascita ma basilese d’adozione, che da 20 anni organizza passeggiate letterarie tramite l’agenzia Literaturspur da lei fondata – in città ci capitò anche Erasmo, dopo che aveva scoperto per caso che i basilesi stampavano a sua insaputa, ma in modo eccellente, i suoi libri. L’atmosfera che si respirava gli piacque così tanto che rimase diversi anni, contribuendo a forgiare la cultura umanistica. Kuoni ci svela un ulteriore segreto: Basilea ospita la più antica casa editrice al mondo e senz’altro la più longeva, visto che pubblica libri ininterrottamente dal 1488.
Lo spirito fieristico basilese nasce negli stessi anni, e più precisamente nel 1471, quando l’imperatore Federico III concesse a Basilea il privilegio di organizzare fiere “in perpetuo”, rendendo la città un importantissimo centro congressuale e fieristico. Risale invece al 1661 l’amore dei basilesi per l’arte, anno in cui il Consiglio cittadino e l’Università acquistarono il Gabinetto d’arte di Amerbach dando vita alla prima collezione pubblica al mondo, dalla quale in seguito nascerà il Kunstmuseum. Come Kuoni fa notare, si tratta di un vero atto pionieristico, che per l’epoca non ha uguali: invece di nascondere le opere nelle loro collezioni private, i magnati ebbero la lungimiranza di condividere tutta quella bellezza con il popolo. Un’altra figura di importanza centrale per Basilea menzionata da Kuoni è Isaak Iselin, che avviò diversi enti educativi. È stato per esempio lui, insieme a un gruppo di compagni, a fondare nel 1777 la Gesellschaft für das Gute und Gemeinnützige (“la Società per il benessere e il bene comune”) con l’obiettivo di aiutare le persone meno privilegiate, istituzione che esiste ancora oggi, dopo quasi 250 anni d’attività, e che si prefigge l’obiettivo di preservare la dignità umana e rafforzare le pari opportunità.
Come sempre avviene, la storia di un luogo non è mai davvero “passata”, ma è un qualcosa che ancora vive nel presente caratterizzandolo. Non a caso diversi musicisti basilesi affermano tutti all’unisono che Basilea è la città della cultura per eccellenza, un luogo estremamente aperto al mondo. Lo asserisce Baum, quando afferma che Basilea è “una città speciale, un po’ svizzera e un po’ straniera, dove si può salire su una nave e navigare direttamente fino all’Olanda”. E lo conferma DJ Antoine – superfluo dire che si tratta del dj e produttore elvetico più conosciuto, quarto per ascolti su Spotify e autore del singolo Ma Chérie, il più venduto in Svizzera di tutti i tempi – quando spiega che Basilea, piccola ma grande grazie ad Art Basel, non è seconda a nessuno nell’organizzazione di eventi: dopo aver perso alcune fiere importanti come quella dell’orologeria e della gioielleria, si merita il riscatto di un evento come l’Esc.
Di riabilitazione parla anche Baum, quando sottolinea quanto gravosi siano stati i lavori di ricostruzione dello stadio di St. Jakob, che sono durati tre anni e che di fatto hanno portato all’esclusione di Basilea dal giro dei grandi concerti, dirottati su Berna e Zurigo. Ormai sono passati vent’anni dall’inaugurazione del nuovo stadio progettato da Herzog & de Meuron, ma la città in questo senso non si è ancora davvero ripresa. L’Esc rappresenta perciò una grandissima opportunità per Basilea di mostrarsi al meglio e di attirare l’attenzione su di sé generando pubblicità e introiti: con la sua cattedrale, il Palazzo del Municipio, le 180 fontane e i tanti edifici di pregio architettonico, di bellezza ne ha da vendere. Entusiasta della città in cui è cresciuta è anche Mira Lora – voce nuova sulla scena musicale svizzera e raffinata creatrice di brani suggestivi intrisi di messaggi politici e sociali – che loda Basilea per la sua versatilità, per la sua vivace scena tecno e per la sua capacità di sorprendere chi giunge da centri più grandi, che non si aspetta una tale ricchezza culturale. Beat Hofstetter – docente di sassofono e musica da camera presso l’Università di Scienze applicate e arti di Lucerna – sottolinea l’esperienza accumulata dalla città durante il Mese europeo della musica nel 2001. Come gli altri, anche lui considera fondamentale per il carattere della città la sua posizione geografica unica tra Svizzera, Germania e Francia. Sul piano musicale non bisogna infine dimenticare la Schola Cantorum, un’importantissima istituzione che si occupa di musica antica, citata da Kuoni, né il Blues Festival, che si tiene puntuale ogni primavera.
Sembra dunque che Basilea offra tutti i presupposti per assicurare il successo dell’edizione 2025 dell’Eurovision Song Contest, concorso che, secondo DJ Antoine, è stato capace di modernizzarsi e di rimanere al passo con i tempi. Grazie all’organizzazione basilese, anche il prossimo anno il palco dell’Esc regalerà ai musicisti che lo calcheranno l’emozione di cantare dal vivo, davanti a un pubblico vastissimo che li seguirà da tutta Europa. Perché “sapere che c’è qualcuno che non vede l’ora di sentirti”, come dice bene Sebalter – conosciutissimo cantautore e violinista ticinese che nel 2014 ha rappresentato la Svizzera con il brano ‘Hunter of Stars’ piazzandosi al 13° posto – ripaga di tutti gli sforzi compiuti e regala momenti che rimarranno per sempre impressi nella memoria, proprio com’è successo a Beat Hofstetter, che ancora porta nitida dentro di sé l’esperienza di aver suonato nell’orchestra dal vivo dell’edizione 1989.