Allegro ma poco loquace Joaquin, la popstar in total black, al Lido per parlare di ‘Folie à Deux’, un po‘ sequel e un po’ remake musicale dell'originale
Alla conferenza stampa al Lido per ‘Joker - Folie à Deux’, Lady Gaga si presenta in total black ma con capelli e sopracciglia decolorati. I giornalisti incontrano insomma la popstar, al massimo del travestimento, dopo averla vista nel film con il make-up al minimo, quasi al naturale come in ‘A Star Is Born’. Gap interessante, forse per colmare il quale nelle domande la chiamano “Stefani” (vero nome): “La musica” spiega “è un modo di dare ai personaggi un modo di esprimersi, perché i dialoghi non bastano”.
Un po’ sequel e un po’ remake musicale dell’originale, ‘Joker - Folie à Deux’ è un film impossibile, un musical sul trionfo della realtà sull’immaginazione, che quindi sovverte alla base i presupposti del genere. O una love story che vuole decostruire il concetto stesso di amore, riducendolo a un numero di avanspettacolo sulle parole melense e oggi insignificanti dei testi dei vecchi musical romantici. Il regista Todd Phillips lo definisce qui “un musical distopico”, anche se il distopico è tutto dentro la testa del protagonista Arthur Fleck/Joker, nel conflitto tra le due identità di “una persona radicalmente incompresa” (Lady Gaga) dalla società. Phillips spiega che l’idea, di per sé irrituale, di trasformare questo sequel in un musical, è nata quasi subito dopo il primo film, parlandone con Phoenix.
“Se ricordate il primo film” racconta il regista, “Arthur aveva tutta una sua musicalità, che esprimeva spesso danzando. E la colonna sonora di Hildur Guðnadóttir era quasi un personaggio. Questa musicalità volevamo mostrarla, e quando questo sequel ha iniziato a prendere forma abbiamo pensato di prendere Lady Gaga, che avrebbe portato la musica con sé”. E sul ritorno a Venezia, dove Joker ha vinto il Leone d’Oro nel 2019: “L’abbiamo sentita subito come una cosa giusta e corretta, un punto di partenza logico per il secondo film. Abbiamo un legame molto forte con Venezia, e con ciò che è successo l’ultima volta. Ma stavolta sono più in ansia. Sul secondo film ci sono sempre più aspettative”.
Allegro ma poco loquace è Joaquin Phoenix, che anzi trasforma in una sorta di gag ricorrente il rifiuto di rispondere a varie domande. La t-shirt bianca che indossa mostra come sia tornato alla sua complessione abituale dopo l’impressionante dimagrimento nel film: “non parlerò della dieta nello specifico, che non penso interessi a nessuno” dice, forse ignorando davvero dall’alto del Parnaso che invece queste sono le uniche cose che la gente cerca davvero su internet. “ma questa volta la preparazione fisica è stata più complicata perché c’erano tante prove di danza. Ho 49 anni, non penso sia il caso di rifarlo”.
Tutto l’audio del film, compresi i numeri musicali, è registrato in presa diretta: “Stefani è arrivata e ha detto: registriamo direttamente. Io ho detto: no. Alla fine l’abbiamo fatto”. Chiamata in causa, Lady Gaga aggiunge: “paradossalmente per me la cosa più complessa è stata dimenticare tutto sul canto, sulla respirazione, perché la performance di Harley Quinn doveva uscire naturale, non tecnica”. E poi, rivolta al collega: “Sono qui perché ho amato tantissimo il primo film, e l’interpretazione di Joaquin fissava l’asticella davvero in alto. Penso che quando si raccontano storie di personaggi incompresi dalla società, il regista e l’attore possono davvero fare capire qualcosa che prima ci sfuggiva. Per me in questo caso è stato così”.
Infine l’ultima domanda, puntuale come i fotografi già assiepati all’uscita del Casinò: ci sarà un altro sequel? “Hai visto il film?”, l’ha presa a ridere Phillips. “No, io credo che la storia di Arthur Fleck/Joker, con Joaquin, con questo film sia compiuta. Poi tutto dipende dagli attori, quindi non posso escludere di tornare in questo mondo con un altro attore e un altro personaggio. Ma sinceramente non mi ci vedo”.