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Phoenix e Lady Gaga: ‘Joker è stato bello, ma non lo rifaremo’

Allegro ma poco loquace Joaquin, la popstar in total black, al Lido per parlare di ‘Folie à Deux’, un po‘ sequel e un po’ remake musicale dell'originale

Lady Gaga e Joaquin Phoenix
(Keystone)
4 settembre 2024
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Alla conferenza stampa al Lido per ‘Joker - Folie à Deux’, Lady Gaga si presenta in total black ma con capelli e sopracciglia decolorati. I giornalisti incontrano insomma la popstar, al massimo del travestimento, dopo averla vista nel film con il make-up al minimo, quasi al naturale come in ‘A Star Is Born’. Gap interessante, forse per colmare il quale nelle domande la chiamano “Stefani” (vero nome): “La musica” spiega “è un modo di dare ai personaggi un modo di esprimersi, perché i dialoghi non bastano”.

Un po’ sequel e un po’ remake musicale dell’originale, ‘Joker - Folie à Deux’ è un film impossibile, un musical sul trionfo della realtà sull’immaginazione, che quindi sovverte alla base i presupposti del genere. O una love story che vuole decostruire il concetto stesso di amore, riducendolo a un numero di avanspettacolo sulle parole melense e oggi insignificanti dei testi dei vecchi musical romantici. Il regista Todd Phillips lo definisce qui “un musical distopico”, anche se il distopico è tutto dentro la testa del protagonista Arthur Fleck/Joker, nel conflitto tra le due identità di “una persona radicalmente incompresa” (Lady Gaga) dalla società. Phillips spiega che l’idea, di per sé irrituale, di trasformare questo sequel in un musical, è nata quasi subito dopo il primo film, parlandone con Phoenix.

Qui, dove sennò?

“Se ricordate il primo film” racconta il regista, “Arthur aveva tutta una sua musicalità, che esprimeva spesso danzando. E la colonna sonora di Hildur Guðnadóttir era quasi un personaggio. Questa musicalità volevamo mostrarla, e quando questo sequel ha iniziato a prendere forma abbiamo pensato di prendere Lady Gaga, che avrebbe portato la musica con sé”. E sul ritorno a Venezia, dove Joker ha vinto il Leone d’Oro nel 2019: “L’abbiamo sentita subito come una cosa giusta e corretta, un punto di partenza logico per il secondo film. Abbiamo un legame molto forte con Venezia, e con ciò che è successo l’ultima volta. Ma stavolta sono più in ansia. Sul secondo film ci sono sempre più aspettative”.

Allegro ma poco loquace è Joaquin Phoenix, che anzi trasforma in una sorta di gag ricorrente il rifiuto di rispondere a varie domande. La t-shirt bianca che indossa mostra come sia tornato alla sua complessione abituale dopo l’impressionante dimagrimento nel film: “non parlerò della dieta nello specifico, che non penso interessi a nessuno” dice, forse ignorando davvero dall’alto del Parnaso che invece queste sono le uniche cose che la gente cerca davvero su internet. “ma questa volta la preparazione fisica è stata più complicata perché c’erano tante prove di danza. Ho 49 anni, non penso sia il caso di rifarlo”.

Tutto l’audio del film, compresi i numeri musicali, è registrato in presa diretta: “Stefani è arrivata e ha detto: registriamo direttamente. Io ho detto: no. Alla fine l’abbiamo fatto”. Chiamata in causa, Lady Gaga aggiunge: “paradossalmente per me la cosa più complessa è stata dimenticare tutto sul canto, sulla respirazione, perché la performance di Harley Quinn doveva uscire naturale, non tecnica”. E poi, rivolta al collega: “Sono qui perché ho amato tantissimo il primo film, e l’interpretazione di Joaquin fissava l’asticella davvero in alto. Penso che quando si raccontano storie di personaggi incompresi dalla società, il regista e l’attore possono davvero fare capire qualcosa che prima ci sfuggiva. Per me in questo caso è stato così”.

Infine l’ultima domanda, puntuale come i fotografi già assiepati all’uscita del Casinò: ci sarà un altro sequel? “Hai visto il film?”, l’ha presa a ridere Phillips. “No, io credo che la storia di Arthur Fleck/Joker, con Joaquin, con questo film sia compiuta. Poi tutto dipende dagli attori, quindi non posso escludere di tornare in questo mondo con un altro attore e un altro personaggio. Ma sinceramente non mi ci vedo”.

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