Il rapper iraniano condannato a morte per le canzoni a favore del movimento ‘Donna, Vita, Libertà’, e per aver denunciato le torture subite in carcere
Il Club Tenco chiede “l’immediata liberazione” del rapper iraniano Toomaj Salehi, condannato a morte dal tribunale rivoluzionario di Isfahan per “corruzione sulla terra”. Il musicista era stato arrestato nei giorni scorsi, tenuto in isolamento e torturato dopo il suo arresto. La condanna si deve alle canzoni scritte per appoggiare le proteste contro la morte di Mahsa Amini. Arrestato nell’ottobre 2022, nei giorni del movimento ‘Donna, Vita, Libertà’, Salehi era stato condannato a sei anni e tre mesi di reclusione; dopo oltre un anno in prigione, di cui gran parte in isolamento, la sua condanna era stata annullata dalla Corte Suprema. Il rilascio nel novembre ’23; dodici giorni dopo, il nuovo arresto, per avere denunciato in un video le torture subite in carcere.
In una nota ufficiale, il Club Tenco ricorda la morte dei tre membri della band turca Grup Yorum, censurati e incarcerati dal regime di Erdogan nella primavera del 2020; il videomaker Shady Habash, morto nello stesso anno mentre era in attesa di processo per aver girato il videoclip di ‘Balaha’, feroce satira del dittatore egiziano (l’autore del testo di quella canzone, Galal El-Behairy, è da oltre sei anni chiuso in carcere). L’interprete di ‘Balaha’, Ramy Essam, voce della rivoluzione di piazza Tahrir e premio Yorum 2020, che vive da un decennio in esilio e così l’artista siriano-palestinese Aeham Ahmad, premio Yorum 2023, fuggito dal suo Paese. “Non si può essere ammazzati per una canzone, una poesia o un videoclip”, chiude il Tenco. “Invitiamo tutti gli artisti, la società civile e le istituzioni italiane, europee e internazionali a mobilitarsi per salvare la vita di Salehi e chiedere la sua immediata liberazione”.