È il giorno di Amazon più che quello dei negozi di dischi, che di quel che si stampa per l’occasione ricevono ben poco (parola di Tondo)
Il 77enne pianista canta ‘Your Song’ davanti al 73enne fido paroliere; alle loro spalle, un’immagine pressoché speculare dei primi anni 70. È stato il golden moment dell’ultimo ‘Gershwin Prize’, il massimo riconoscimento statunitense alla musica popolare, assegnato a inizio aprile a Elton John e Bernie Taupin. Tra una carica onoraria e l’altra, Sir Elton, già ‘Egot’ (vincitore di Emmy, Grammy, Oscar e Tony, tutti ‘Awards’), è pure ‘Ambassador’ del Record Store Day (Rsd), che ogni terzo sabato di aprile celebra i negozi indipendenti di dischi. Molto è contata, nel diventare Ambassador, la sindrome da acquisto compulsivo del pianista, noto saccheggiatore di record store.
Elton John è divenuto Ambassador nel 2017, con la ristampa del suo primo live, ‘17/11/70’ (dalla data del concerto), riproposto in edizione limitata come tutte le uscite che finiscono (o dovrebbero finire) nei negozi di dischi in questo giorno (per completezza d’informazione, gli Ambassador di quest’anno sono due: i Paramore, rock band americana fresca di doppio Grammy, e Kate Bush, dettasi “onoratissima”).
Cercavamo un disco dal quale partire e partiamo dall’Elton John di ‘Caribou’, 1974, con dentro almeno due capolavori: la stella minore ‘Ticking’ e quella maggiore ‘Don’t Let The Sun Go Down On Me’. Sempre con l’improponibile mise tigrata in una delle copertine più brutte della storia, ‘Caribou’ torna in doppio vinile azzurro. Il Rsd 2024 sarà ricordato anche per la buonanima di Sinéad O’Connor riproposta in ‘You Made Me the Thief of Your Heart’, dal film ‘Nel nome del padre’. ‘Waiting in the Sky’ è album di Bowie che arriva dal dicembre 1971, nella setlist originariamente prevista per ‘Ziggy Stardust’, e con le tracce escluse. Neil Young ripropone ‘Ragged Glory’, suonato nel 1999 con i Crazy Horse e risuonato nel 2023 con nuova line-up.
L’etichetta Zoetrope, che pubblicherà l’intera discografia di George Harrison in limited edition, comincia da ‘Wonderwall Music’ (1968, colonna sonora del film ‘Onyricon’, primo episodio solista di George) e da ‘Electronic Sound’ (1969, primo album di canzoni). ‘Crooked Boy’ è un inedito di Ringo Starr, ‘Mind Games’ è l’Ep di Lennon che anticipa la futura ‘Ultimate Edition’. Quanto ai Beatles, niente batte ‘The Beatles Limited Edition RSD3 Turntable’, mini-giradischi bluetooth per riprodurre 4 singoli su vinili 3 pollici, dentro una graziosa valigetta (sono estratti dall’Ed Sullivan Show di sessant’anni fa, con copertina). Quanto agli Stones, ‘Live at Racket’, in sobria copertina con la lingua, raccoglie i 7 brani suonati alla presentazione di ‘Hackney Diamonds’, l’ultimo album. Quanto a Charlie Watts, il defunto batterista torna in ‘Live at the Fulham Town Hall’, il debutto della sua Orchestra (era il 1986).
C’è un altro defunto batterista, Eric Carr dei Kiss, che in ‘Unfinished Business’ lo ricordano con inediti, poster, foto e scritti vari. L’amore per i gatti di Freddie Mercury sfociato in ‘Cool Cat’ (su ‘Hot Space’, 1982) torna in forma di singolo. Si aggiungano pure ‘Live at BBC 1971’ dei Pink Floyd e, in rosso vinile, ‘The Filth & The Fury’, colonna sonora del documentario sui Sex Pistols, uscito nel 2000 in tutta la sua crudezza.
Le uscite internazionali si possono recuperare su www.recordstoreday.com/SpecialReleases, previo stanziamento di cospicua somma di denaro e tanto, tanto autocontrollo. In ordine alfabetico, si va dal duo statunitense 100 Gecs con l’Ep ‘Snake Eyes’ all’immortale Frank Zappa di ‘Zappa For President’, compilation del 2016 con inediti composti dal siculostatunitense al Synclavier.
Sandro ‘Tondo’ Bassanini
Nel frattempo, a Maroggia
‘Musica vera, birra vera, strette di mano vere’
«L’ho già detto e lo confermo: per me il Record Store Day era, e non è più, la celebrazione dei negozi di musica. Erano band come i Metallica che facevano visita a un negozio per rendere il favore di promuovere gli artisti e i loro dischi. Si è un po’ perso tutto». Sandro Bassanini aka Tondo, titolare di ‘Tondo Music’ a Maroggia, ricorda di quando, nel 2008, la band heavy metal fece visita a Rasputin Music, a Mountain View in California, aprendo alla ricorrenza. Sedici anni dopo «il negozio non è più considerato. Se qualcuno ha un poster da affiggere per pubblicizzare un concerto, e mi è successo con un artista italiano molto importante – racconta Tondo –, preferisce incollarlo al cassonetto e non sulla vetrina di un negozio di dischi». Eppure, «chi ancora capisce il ruolo di un posto come questo sa che un artista locale vende 10-15 copie di un disco perché io lo promuovo».
Tondo è l’oasi protetta in cui la musica la senti e la tocchi. Lo chiamano ‘il tempio del vinile’, quella cosa nera e circolare tornata improvvisamente di moda: «Non è ancora mainstream, ma il ritorno non è mai stato un fenomeno passeggero». Anche se i numeri sono altri: «In maggio esce il nuovo disco di Caterina Valente. Uno pensa a Taylor Swift, il cui ultimo album ha venduto 360mila copie fisiche in tutto il mondo. Il disco di Caterina Valente del 1954 vendette 500mila copie solo in Germania. Mina ne vendeva a milioni solo in Italia. Abbiamo perso il contatto con la realtà».
Quanto alle edizioni limitate del Rsd, «oggi escono circa 450 releases, ma in negozio potrei averne non più di 40», continua Sandro. «Nemmeno le case discografiche considerano più il negozio di musica per vendere i dischi, preferiscono dare tutto ai giganti dell’online. Ma non può esserci Record Store Day se non c’è il negozio che ogni giorno tira su la saracinesca, paga le tasse, l’Iva, fa lavorare la gente del posto ed entra nel tessuto economico locale». Tondo lo dice in serenità: «Sono dinamiche che ho già vissuto e che vivo come un vantaggio. L’industria musicale si crede di creare prodotti che faranno la storia, ma i dischi del passato che hanno sfondato sono 100% chance (caso, ndr). Perché da trent’anni non nasce un nuovo genere musicale? Perché si guardano i like, i click, gli heart (i cuoricini, ndr), e si cerca di replicare quel che può piacere. Chi guarda al futuro, non è in ostaggio di ciò che già esiste».
Dalle 12 di oggi a Maroggia, una ventina di musicisti ticinesi popoleranno il Record Store Day di Tondo. «Per me la celebrazione è la socialità del negozio, lo è sempre stata. Ci saranno band e artisti locali, e le etichette che ancora producono dischi. Promuoverli per me è importante. È una giornata per ricucire, per riconnettere i musicisti e la musica col negozio». In forma libera, ognuno suonerà con chi gli pare, mescolandosi per omaggiare, garantisce Tondo, tutta la musica rock degli ultimi quarant’anni. «La giornata è 100% analogica: musicisti veri, birra vera, grigliata vera, strette di mano vere».