‘Bisogna porre fine a questa faida fratricida’. Il cantante andrà ‘anche a Kiev, se mi vogliono’
Un concerto di beneficenza al Cremlino, in cui si esibirà venerdì prossimo con cantanti russi a titolo "totalmente gratuito", anche per lanciare un "messaggio di dialogo" di cui c'è bisogno per mettere fine a "questa guerra insopportabile, questa faida in famiglia tra fratelli russi e ucraini". Sono queste, dice Pupo, le motivazioni che lo hanno spinto a venire a Mosca, dove è sbarcato martedì sera. Il cantante, popolarissimo in entrambi i Paesi, si dice pronto ad andare anche a Kiev. "Ma gli ucraini – spiega in un'intervista all'Ansa – mi hanno detto che se vado in Russia poi non posso andare da loro, i russi non mi hanno mai posto questa condizione". Pupo frequenta la Russia dal 1978, "non ho mai smesso di venirci, e qui mi sono anche innamorato", ricorda. Ha incontrato Dmitry Medvedev quando era presidente, ha suonato in privato per il ministro degli Esteri Serghei Lavrov e per molti oligarchi.
"Non faccio questo per necessità economiche e nemmeno per il desiderio di diventare più famoso e amato – scriveva ieri Pupo sui social –. Non ho bisogno né dell'uno né dell'altro. Lo faccio perché ho fatto un sogno. Ho sognato che una canzone, una semplice canzone, stava illuminando le menti di due uomini. Due uomini che non condividevano nulla, tranne che la passione per quella canzone. Il sogno finiva con i due che cantavano insieme il ritornello e, mentre si stringevano la mano, i loro due popoli tornavano a essere di nuovo fratelli".