La recensione

La tapisserie de la Reine Mathilde

Osi al Lac e in gran forma, forse anche stimolata da un programma inconsueto e dal ritrovare Robert Treviño, dal gesto esuberante ma essenziale

Giovedì 23 novembre, Lugano: applausi anche alla mezzosoprano Justine Gringyte
24 novembre 2023
|

‘Les nuits d’été’ di Hector Berlioz (1803-1869), sei Melodie composte in pieno meriggio romantico su testi dell’amico poeta Théophile Gautier. La Sinfonia n. 5 di Ralph Vaughan Williams (1872-1968), composta durante la seconda guerra mondiale, mentre l’Inghilterra era sotto gli attacchi della Germania nazista. Come trovare un legame storico-culturale fra queste due opere? Ho pensato alla ‘Tapisserie de la Reine Mathilde’, custodita nel museo di Bayeux, la striscia di stoffa ricamata, lunga 70 metri, che descrive, quasi fa la cronaca della battaglia di Hastings, con la quale il normanno Guglielmo conquistò l’Inghilterra mille anni fa.

L’Orchestra della Svizzera italiana giovedì scorso è sembrata sempre ancora in grande forma, forse anche sollecitata dal piacere di affrontare un programma alquanto inconsueto, sicuramente lieta di ritrovare un direttore congeniale. Robert Treviño, tornato a Lugano per il terzo anno consecutivo, dirige con un gesto esuberante, ma essenziale. Agli strumentisti sembra chiedere prima espressività, poi precisione. Dei quattro tempi della Sinfonia di Williams ha fatto quattro momenti musicali staccati, quasi evocato quattro temperie diverse. Allo spegnimento dell’ultima nota è rimasto immobile e il pubblico ha saputo rispettare un silenzio insolitamente lungo prima di sciogliere l’applauso.

‘Villanelle’, ‘Le Spectre de la rose’, ‘Sur les lagunes’, ‘Absence’, ‘Au cimitière’, ‘L’île inconnue’: sono i titoli delle sei Melodie, che nella versione per mezzosoprano e orchestra hanno avuto una lunga gestazione, Berlioz vi ha lavorato dal 1843 al 1856, e la loro esecuzione nelle sale da concerto per orchestre sinfoniche pone ovviamente parecchi problemi. La mezzosoprano Justine Gringyte ha esibito una voce possente capace di raggiungere le ultime file della Sala del Lac, ma una dizione non sempre chiara. I testi di Gautier erano stampati sul programma, anche con la traduzione in italiano, ma la sala era calata nel buio…

Il pubblico è stato comunque generoso e cortese e ha riservato gli applausi dovuti anche all’illustre cantante lituana.