Raggiunto l'accordo con gli Studios sul nuovo contratto triennale degli attori
Dopo sei lunghissimi mesi, Hollywood torna a respirare. Il sindacato degli attori ha raggiunto un accordo con gli Studios sul nuovo contratto triennale della categoria. Finisce così, a mezzanotte e 1 minuto del 9 novembre, il loro sciopero più lungo contro i produttori: durato 118 giorni, era andato a sommarsi a quello degli sceneggiatori cominciato due mesi e mezzo prima. Nella lettera "emozionata e orgogliosa" mandata agli iscritti, il Sag-Aftra ha anticipato che il pacchetto ha un valore di oltre 1 miliardo di dollari e include aumenti salariali superiori a quelli ottenuti quest'anno da altri sindacati, un "bonus di partecipazione ai ricavi dello streaming" e protezioni dall'intelligenza artificiale. I dettagli emergeranno prima della ratifica dei vertici del sindacato prevista per venerdì 10 novembre. L'Alleanza dei produttori ha affermato che "questa intesa provvisoria (perché pendente di ratifica) rappresenta un nuovo paradigma. Fornisce al Sag-Aftra i benefici più alti nella storia del sindacato, compreso l'aumento del salario minimo più alto degli ultimi quarant'anni; un nuovissimo bonus per i programmi in streaming e ampie tutele nell'uso dell'intelligenza artificiale. Siamo contenti e attendiamo con impazienza che l'industria riprenda a raccontare grandi storie".
Con gli sceneggiatori dietro le scrivanie e gli attori sui set, la macchina di Hollywood riparte, anche se ci vorranno mesi per tornare ai livelli di produzione precedenti a questa paralisi. Il contratto che regola il lavoro dei 160'000 attori iscritti al Sag-Aftra con le maggiori società di produzione era scaduto il 13 luglio senza un accordo sul rinnovo. Il giorno dopo, gli interpreti di cinema tv e radio si erano uniti ai picchetti degli sceneggiatori, che continuavano dal 2 maggio. Gli scrittori hanno trovato la quadra con i produttori il 27 settembre. A quel punto, gli Studios hanno chiesto agli attori di riaprire il tavolo, che era saltato proprio sui temi su cui la Writers Guild of America (Wga) aveva appena trovato un accordo: paghe minime, ricavi dello streaming e intelligenza artificiale. In molti avevano sperato in una rapida risoluzione della mobilitazione degli attori. Ci sono voluti invece altri 46 giorni. Un mese e mezzo di presidi e dimostrazioni di solidarietà delle altre categorie dello spettacolo e dei nomi pesanti del piccolo e grande schermo. La trattativa, però, non procedeva. Dopo una brusca interruzione, le parti hanno cominciato a fare sul serio il 24 ottobre. Nell'ultima settimana hanno partecipato alle riunioni anche i vertici di Disney, Warner Bros, Netflix e NBC Universal, che hanno presentato la loro "ultima e definitiva" proposta. Nel fine settimana i rappresentanti sindacali si sono rinchiusi per studiare. L'ennesimo rifiuto, lunedì pomeriggio, aveva gelato l'ottimismo degli addetti ai lavori - 36 ore dopo, a Hollywood è tornato il sereno.