Ha estratto dal cassetto il suo ‘erbolario personale’, rendendosi conto che ‘poteva parlare anche agli altri’. Il nuovo album esce oggi
È una “antropologia di sussurri”, ‘Manoglia’, il nuovo album acustico di Davide Van De Sfroos. Il cantautore laghée ha scelto questa definizione per raccontare gli undici brani che compongono l'album in vendita da oggi. Un album intimo, legato alla natura, con sfumature autunnali, dopo la stagione calda dei tormentoni estivi, e anche dopo il suo doppio album Live.
“Non c'era l'urgenza di fare un disco adesso. È appena uscito quello del live”, ha raccontato Davide, che da tanto pensava a fare un disco acustico. “E mi son detto sì, lo facciamo”. Dal cassetto ha tirato fuori appunti scritti per sé, una sorta di “erbolario personale che mi sono reso conto poteva parlare anche agli altri”. Quello che è nato è un lavoro “con un sound prevalentemente acustico, un piglio intimo ma con leggerezza, una nostalgia allegra”. Un nuovo albero ma con radici ben piantate, per usare la stessa metafora che Van De Sfroos usa in ‘Manoglia’, la canzone che dà il titolo al nuovo lavoro.
Manoglia, cioè magnolia, è l'albero totem del paese dove Davide è cresciuto. L'albero ha visto passare decenni. C’è ancora e le sue foglie sono ricordi, sono “il pensiero di quello che è stato”, simbolo di un modo “di essere custodi di un certo modo di ricordare, sapendo da dove si viene e dove si era”. Il nuovo lavoro sarà in vendita in formato fisico (cd, vinile e vinile colorato) e digitale ma non in streaming. Decisione presa con il suo management e con la casa discografica Bmg, perché le piattaforme streaming, ha spiegato, “sono sempre più orientate a supportare e promuovere musica di artisti che suonano generi diversi dal mio. Confortato anche dal successo del disco del mio amico Guccini, che non fu pubblicato in streaming, abbiamo deciso di seguire la stessa strategia”.
‘Manoglia’ è “un'antropologia del sussurro libera di spaziare fra i generi più consoni a me”, dai suoni esotici di ‘Shandeme’, al jazzato di ‘Forsi’, agli echi western di ‘La canzone che non c’è’. “Oggi vediamo e ascoltiamo tanto, ma arriva il momento di staccare. Anche per me che di chiasso ne faccio”. Ed è in questo silenzio che si possono ascoltare i sussurri “che non sono deboli: senza batterie e chitarre elettriche hai la possibilità di narrare in modo diverso”. E anche di ascoltare in modo diverso dal vivo. ‘Manoglia’ diventerà anche un tour intimo nei teatri, con ospiti a sorpresa nelle diverse tappe. In attesa dell'annuncio delle date c’è già un primo appuntamento al Tam Teatro degli Arcimboldi di Milano il 29 febbraio, “la data del giorno che non c’è”.