Era noto per i film autobiografici ambientati nella Liverpool della classe operaia. Morto a 77 anni dopo una breve malattia
Il regista e sceneggiatore britannico Terence Davies, noto per i film autobiografici ambientati nella Liverpool della classe operaia "Voci lontane... sempre presenti" (1988) e "Il lungo giorno finisce" (1992), è morto dopo una breve malattia all'età di 77 anni sabato 7 ottobre nella sua casa di Mistley, nell'Essex, nell'Inghilterra orientale. Aveva vinto anche un Pardo d'oro a Locarno.
L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla pagina ufficiale del cineasta su Instagram e la notizia è stata confermata dal suo manager, John Taylor, precisando che Davies si è spento "serenamente nel sonno".
Nato a Liverpool il 10 novembre 1945, cresciuto in una numerosa famiglia della classe operaia, dopo aver lavorato dieci anni come commesso in un'agenzia di spedizioni e come ragioniere in uno studio contabile, Davies nel 1971 entrò nella Coventry School of Drama, dove scrisse e diresse nel 1976 il suo primo cortometraggio, "Children". Entrato poi alla National Film School, realizzò come film di diploma "Madonna and Child" (1980) e in seguito il terzo cortometraggio, "Death and Transfiguration" (1983).
Nel 1988 Davies scrisse e diresse il suo primo lungometraggio, "Voci lontane... sempre presenti", costruito sulla sua educazione come figlio della classe operaia britannica, con cui vinse il Pardo d'oro al Festival di Locarno e il premio Fipresci al Festival di Cannes nella Quinzaine des Réalisateurs. Con "Il lungo giorno finisce" (1992) il regista racconta la Liverpool degli anni '50 dove vive un ragazzo introverso e solitario che ha una grande passione per il cinema, vittima di scherno da parte dei suoi coetanei e anche della sua famiglia, che lo considera poco intelligente.
Seguono i film "Serenata alla luna" (1995), tratto da un romanzo di John Kennedy Toole, presentato in concorso al Festival di Cannes, e "La casa della gioia" (2008), tratto dal romanzo di Edith Wharton, con Gillian Anderson. Dopo "Of Time and the City" (2008), documentario sulla sua città natale, presentato come proiezione speciale nella selezione ufficiale del Festival di Cannes, nel 2011 ha diretto "Il profondo mare azzurro", trasposizione dell'omonima opera teatrale di Terence Rattigan, interpretato da Rachel Weisz nei panni di un'eternamente infelice ricercatrice d'amore. Con "Sunset Song" (2015) racconta la storia di una famiglia di contadini che lotta per sbarcare il lunario nel nord-est della Scozia.
Il regista ha ricevuto grandi consensi per il film "A Quiet Passion" (2016), con Cynthia Nixon nel ruolo della poetessa solitaria Emily Dickinson. Il suo ultimo film è una produzione Netflix dal titolo "Benediction" (2021) con Jack Lowden nei panni del poeta Siegfried Sassoon: ripercorre la vita, dal ricovero forzato in un ospedale psichiatrico a causa delle sue posizioni contro la guerra alla crisi di fede e la conversione al cattolicesimo, passando per le relazioni clandestine con alcuni uomini durante la prima guerra mondiale.