Bellinzona

Più che la pioggia, poté la musica

Tra schwyzerörgeli, polenta e gelato gusto bacon, 1° atto della Festa federale della musica popolare sotto l'acqua (sul prosieguo garantisce il proverbio)

Carla Norghauer con il sindaco di Bellinzona, Mario Branda
(Ti-Press)
21 settembre 2023
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La quattordicesima edizione della Festa Federale della musica popolare è finalmente giunta nel Canton Ticino, sotto i castelli di Bellinzona. Dal 1971 ha ballato e suonato oltre Gottardo e finalmente la rappresentazione è giunta qui, per essere vissuta e ascoltata.

Musica popolare, folcloristica, tradizionale? Forse un insieme dei tre termini, per un programma che prevede una miriade di concerti a partire dall’apertura in Piazza del Sole di questa sera, guidata da Carla Norghauer. Siamo riusciti a vedere il trio dei Rusch Büeblä, padre e due figli che iniziano, armati di ben tre schwyzerörgeli, fisarmonica e contrabbasso (con tanto di archetto) a scaldare gli animi. Nonostante la pioggia, la gente è curiosa, chi seduta al tavolo da festa campestre, chi in piedi, chi alla buvette. L’alternare birra e vino rosso come carburante sul palco già parla di una storia seria da mantenere e l’esibizione rende onore alla prima impressione. È un andante allegro che spinge alla danza. I figli svisano che è un piacere e l’impasto delle tre voci rende la lingua tedesca perfetta per entrare in materia. L’atmosfera è da concerto contemporaneo, telefonini a immortalare il ricordo e pubblico eterogeneo e curioso, con i più piccoli entusiasti e i nonni seduti a tenere il tempo, siano essi ticinesi o d’oltregottardo.

La pioggia spinge la gente a rifugiarsi sotto il capannone creando un ambiente vivace e carico di attenzione, anche se, forse essendo solo l’inizio, pare timido nel lanciarsi nelle danze che l’esibizione meriterebbe. Alle 19.05 sale Carla Norghauer sul palco a presentare i quattro giorni di festa e di musica. Presenta il presidente dell’Associazione della musica popolare Ralf Jensen che, dopo un’introduzione in italiano, spende parole entusiastiche per l’organizzazione e l’accoglienza ricevuta. Di lì a poco arriverà Marco Zappa.

Piazza Buffi

Non abbiamo un secondo da perdere per spiluccare quanto abbia da offrire la serata, quindi corsa a Piazza Buffi per l’esibizione al corno svizzero di Lisa Stoll che, magnetica, riesce a trasportarci di colpo in un mondo sognante e unico. Tra il pubblico non vola una mosca, e l’atmosfera si spezza soltanto per lo scroscio d’applausi al termine dei brani. Presenta il suo brano come un viaggio con il suo trattore Old Timer e l’idea del viaggio e dello scoppiettio del motore ci fa arrivare dritti al Canton Sciaffusa, da dove è giunta la nostra solista.

Per cena una polenta, stracchino e mortadella di fuggita, a esaltare i sapori tradizionali in un banchetto che unisce l’iconografia metal degli addetti (compare pure una felpa degli svedesi Sabaton, Alfieri del power metal) mentre in sottofondo i Ländler Quartett Halb-Halb mantengono viva un’atmosfera che forse, alle nostre latitudini, è spesso limitata a qualche trasmissione radiofonica e dovrebbe essere più fruibile. Quando poi sale sul palco il Concertino di Ravecchia, ensemble di quasi trenta elementi ai fiati, agghindati di tutto punto intonando ‘Coraggio, muratori’ è un colpo al cuore; il maestro Mario Melera, calzettone rosso e bianco a strisce d’ordinanza, con mano allo stesso tempo ferma e divertita. Ricordano il maestro d’orchestra Alfeo Aiani, scomparso dieci anni fa, ripetendo le sue indicazioni per i cori di ‘Campagnola bella’ e la risposta è più che buona, segno che i classici non passano mai di moda.

Piazza Collegiata

Di passaggio in Piazza Collegiata, basta un secondo per rimanere ipnotizzati dalla Vox Blenii, progetto che da più di quaranta anni porta avanti la tradizione dei canti locarnesi e cantonali. Impressionante sentire quanto le voci riecheggino della tradizione passata della vicina Italia e della musica popolare che, per cultura, siamo sempre stati ad ascoltare e che automaticamente fanno rabbrividire per intensità e trasporto. L’atmosfera sembra quasi magica e anche la pioggia crea un tocco di asprezza e sapor di tempi andati, quando volenti e nolenti si stava in balia degli elementi.

Stazione

Risalendo verso la Stazione è impossibile rimanere indifferenti al fascino degli Echo von Muttli, progetto del Canton Berna con banjo, ben due schwyzerörgeli, contrabbasso e voci. La semplice dimostrazione che la musica popolare, o folk, ha radici comuni visti gli spostamenti dei popoli. Non sarebbero infatti fuori luogo in qualsiasi folk festival statunitense, tanto le radici che dall’Europa sono partite possono essere assimilabili. Forse, in questo contesto, anche il gelato gusto bacon che poteva inizialmente sembrare un vezzo superfluo e che consumo assistendo all’esibizione acquista un senso, rappresentando una prima serata di una festa viva, piena di sorprese e pronta a sorprenderci con novità e melodie che pensavamo di aver dimenticato, ma che in realtà sono ben presenti nel nostro Dna.

Ce ne andiamo con la certezza che i prossimi giorni saranno altrettanto forieri di sorprese, che i Vad Vuc riempiranno la piazza di affezionati e che dalla prossima settimana canticchieremo non solo la celeberrima ‘Grüezi wohl, Frau Stirnimaa’ dei Minstrels, ma saremo pronti anche a esplorare la cultura e la storia di altri venticinque cantoni che hanno moltissimo da offrirci.

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