10 giorni, 19 repliche, 7 incontri con gli artisti, 1 salone di drammaturgia. Dal 29 settembre all'8 ottobre, la scena contemporanea è tutta a Lugano
“Siamo diventati adulti”, esordisce la direttrice artistica Paola Tripoli, riferendosi all’edizione n.32 del Fit Festival, per esteso ‘Festival internazionale del teatro e della scena contemporanea’ presentato lo scorso mercoledì a Lugano. “Una programmazione tutta al femminile, non succede spesso”, commenta, parlando di un evento che torna dal 29 settembre fino all’8 ottobre nella sua piena identità, per durare in fondo tutto l’anno, declinato nelle molteplici sinergie strette.
I numeri: 10 giorni, 19 repliche, 7 incontri con gli artisti, 1 salone di drammaturgia (vedi alla voce ‘Luminanza’). L’ufficialità. Dal vicesindaco Roberto Badaracco, in sede di presentazione, tre parole: “Longevità”, “punto fermo delle attività della Città” e “irradiamento internazionale”. E una quarta: “Gioventù”, quella che popola un pubblico diventato generazionalmente eterogeneo. Le parole di Carmelo Rifici, direttore artistico del Lac con il quale il festival alle porte s’integra e collabora, sono invece “coraggio”, per il lavorare – il Fit – “con coerenza, onestà intellettuale” e per la sua “stagione che non si piega mai ad altri interessi di altra natura se non mantenere vivo il rapporto con l’indagine artistica”. L’integrazione è anche pratica, ovvero l’abbonamento che rientra in quello del Lac, altro elemento che ha portato al mescolarsi delle tipologie di pubblico. E ancora “contaminazioni”, quelle di artisti che, quasi per osmosi, entrano ed escono dai rispettivi cartelloni per il materializzarsi di “visioni che quasi spesso si sposano, si assomigliano”. Sono otto gli appuntamenti del Fit, lungo l’intero anno, che sono finiti all’interno della stagione del Lac.
Prima di entrare nello specifico, Claudia Rosiny, emissaria dell’Ufficio federale della Cultura, ha dato ufficialità al Gran Premio svizzero delle arti sceniche, conferito a Cindy Van Acker, e agli altri nove Premi svizzeri delle arti sceniche, uno dei quali – Tiziana Conte – era in sala. Il 6 ottobre, durante il Fit la cerimonia di consegna.
Camilla Parini, ‘Je Suisse (or not)’
Territorio
Andiamo nell’ordine scelto dalla direttrice artistica, partendo dalle proposte del territorio, “che non sono solo opportune, ma necessarie, e la cui progettualità dà un senso a tutto quanto”. Come ‘What Are You Working On?’, i cortometraggi dal mondo proiettati sullo schermo del Cinema Iride di Lugano, una open call organizzata da artlink per conto di Südkulturfonds il cui obiettivo è sostenere videoartisti/e e registi/e che lavorano in zone di guerra. I sette progetti selezionati arrivano da Myanmar (due), Siria, Ucraina (tre) e Libia, e fanno in tutto 1 ora e 45 minuti di proiezione.
Il territorio propone anche Extra Time Plus, rete nazionale per la promozione degli artisti emergenti delle tre regioni linguistiche, che nel Fit 2023 si traduce nell’incontro tra Savino Caruso, Camilla Parini e Catol Teixeira e gli organizzatori di diverse regioni linguistiche. Oppure ‘Keep Fit with Radio’, i ‘giornalisti in erba’ che tra Cult+, magazine culturale Rsi, e Radio Gwendalyn ‘copriranno’ il festival. Sul territorio, ‘Restez Fit!’ è quella che Tripoli chiama “una scommessa vinta”, ovvero il progetto di socializzazione giovani-anziani, con il teatro sullo sfondo.
Rubidori Manshaft, ‘Alcune cosa da mettere in ordine’
Parola, ibridi, corpo
Sulla comunicazione ufficiale del Fit torna la leonessa, “simbolo di creatività e indipendenza”, spiega Tripoli. “Durante gli anni della mia curatela ho attraversato tematiche per me importanti, dalle drammaturgie politiche al rapporto tra violenza e potere, il teatro della realtà, le scritture femminili. Ho deciso di rimettere al centro lo spettatore, ponendo domande sul rapporto tra esso e la scena, tra performer e spettatore, se esiste e come si realizza la drammaturgia del corpo e se esistono ancora fili che legano testo e spettatore. Queste domande portano a filoni che si interrogano su quello spazio ibrido che è la performance”. Tecnicamente: “Ho trovato di nuovo necessaria la pratica della lettura dei copioni”, dice ancora Tripoli, che in fase di scelta ha preferito anticipare la lettura del testo alla visione dello spettacolo. I filoni, a questo proposito sono ‘Parola’, ‘Ibridi, ‘Corpo’.
Del primo fa parte, in apertura di festival, ‘Mujer en cinta de correr sobre fondo negro’ di Alessandra Garcia, che porta al Teatro Foce la quotidianità delle strade di Malaga, raccontando illusioni, bellezza e bruttezza della periferia. Ne ‘Il disperato’, il 30 settembre al Teatrostudio del Lac, Marleen Scholten s’interroga su come salvare gli altri se non si è in grado di salvare sé stessi. Il 3 ottobre, la Winter Family è sul palco del Lac con ‘Patriarcat. Vivre en confinement éternel’, un racconto del patriarcato in chiave non retorica. Il 7 e 8 ottobre, Rubidori Manshaft (al secolo Roberta Dori Puddu) porta in scena una produzione del Fit Festival, parte del Restez Fit!, frutto del lungo percorso dell’artista nelle case anziani del Ticino. L’8 ottobre, in ‘Elogio della vita a rovescio’, Daria Deflorian si chiede come si può rispondere alla violenza del mondo senza a nostra volta essere violenti.
In ambito di ‘Ibridi’ è inserito ‘Je Suisse (or not)’, narrazione del ricordo per un singolo spettatore (due al massimo, ma che si conoscono l’un l’altro) firmato da Camilla Parini/Collettivo Treppenwitz (date nella foto). Il 7 e 8 ottobre, sotto forma di danza performativa, la spagnola Macarena Recuerda Sheperd svela i trucchi del teatro in ‘Ay! Ya!’. Per il filone ‘Corpo’, infine, ‘Kick Ball Change’ degli svizzeri Charlotte Dumartheray e Kiyan Khoshoie (il 30 settembre al Lac) e ‘Demain est annulé’ di Tabea Martin (primo ottobre, stessa sede), performance su impossibilità, voglia e desiderio di cambiamento.
Guillaume Musset
Tabea Martin, ‘Demain est annulé’
Scarti digitali sonori
Tra gli eventi collaterali si segnalano ‘Keep Fit with Radio’, i ‘giornalisti in erba’ a coprire l’evento tra Cult+ e Radio Gwendalyn; ‘TIB meets Fit 3.0’, gli incontri con elementi di Ticino is Burning (Premio svizzero delle arti sceniche 2022) alla torretta Enderlin, all’interno del Parco Tassino; ‘Luminanza. Reattore per la drammaturgia contemporanea’, con quattro nuove drammaturghe della Svizzera italiana: Elisabeth Sassi, Chiara Gallo, Lea Ferrari e Branislava Trifkovic. Prima di rimandare a www.fitfestival.ch, una sensazione su ‘Waste Kompost Radio’, installazione sonora sugli scarti digitali sonori, ideo che si annuncia affascinante…
Ti-Press
Paola Tripoli