Ele A in apertura e alla fine, in duetto (a tre). Nel Boschetto, tutti si muovono al tempo di Lama e California, e non sono solo ‘Fiamme negli occhi’
La programmazione estiva luganese è ormai da anni composta da eventi di ottima qualità, costruiti per soddisfare i differenti pubblici che popolano la regione e stasera (ieri, ndr) ascoltiamo Coma_Cose ed Ele A. I primi dal 2017 hanno iniziato a lasciare tracce di sé tramite singoli precisi in cui giochi vocali e ritmi si sposavano negli intrecci fra California e Fausto Lama. Con tecnica rap sono riusciti a costruirsi un immaginario pop che li ha portati a platee sempre più importanti, non ultimo il Festival di Sanremo.
Ma ora è il turno di Ele A: attacca con ‘Record Deals’, è un suono classico, dj e rime, il pubblico che ondeggia le braccia. Parte ‘Mikado’, creando strani cortocircuiti con musiche che andavano per lo più trent’anni fa risuonando fresche oggi come allora. Disse ai piatti fa il suo sporco lavoro, rime Old School e “…solo buchi nelle tasche del jeans”.
‘Oro’ è tutta dedicata a Lugano, dipinta in technicolor e scintillante, con una vena quasi malinconica. Musica pop, di quella che ti entra in testa senza andarsene, parole e cifre che si rincorrono in testa, ‘1999’. Dopo ‘Globo’ annuncia la presenza del nonno al concerto, per un’ovazione più che meritata, mentre lancia il suo ultimo brano, dove le influenze drum & Bass si fanno evidenti smuovendo la folla sul campione di ‘Somebody’s watching me’ di Rockwell, con i fratelli Jackson alla voce. Uno show ben più che promettente, per una rapper di personalità e carisma.
LongLake Lugano - Facebook official
Ele A
Quando entrano i Coma_Cose decidono di partire con ‘Jugoslavia’, uno dei loro brani più iconici, annata 2017. Formazione ampia, basso, batteria, doppia tastiera e synth, violoncello elettrico, Fausto Lama e California alle voci. Una ‘Deserto’ pompata fra un’idea crossover anni 90 e la gommosità tipicamente loro. Poi ‘Granata’, ‘Beach Boys distorti’, barre di incastri leggibilissimi, articolati, orecchiabili. Poi Fausto inizia con il beatbox a introdurre ‘Calma Workout’, il primo brano dal loro ultimo album, ‘Un meraviglioso modo di salvarsi’. Rubando un tamburo al batterista Fausto guadagna la scena dando modo a California di prendere il ritmo con Chiamami. Con ‘Anima Lattina’ l’anima psichedelica dei Coma_Cose prende il sopravvento, soavemente liquida. L’amalgama fra i due cantanti è oliato a dovere, tanto da guardare incuriositi il momento in cui California lascia il palco. Ma è solo per le prime barre de ‘La Canzone dei Lupi’, e il botta e risposta fra i due, vera e propria cifra artistica della coppia, che grazie alla band si libra in stacchi aerei e solari. ‘Acida French Fries’, fra gli strobo e i menischi di Platini, per poi scaldare il pubblico con qualche coro lanciato è rimbalzato fra i due. ‘Napster’ è invece il momento di gloria del loro chitarrista, a regalarci un a solo quasi fuori dal tempo. In ‘Novantasei’ si respirano atmosfere pop-punk, in effetti l’anno di ‘Testa Plastica’ dei Prozac+, sarà un caso? In ‘Odio i motori’ giocano con un dinoccolato dub, Fausto Lama mutua Lucio Battisti in un recitar cantando e California si orna di ali lucenti scenograficamente impeccabili.
Ti-Press
Coma_Cose a Lugano, 17 luglio 2023
‘Fiamme negli occhi’ fa alzare a tutti il telefono a fermare un’immagine, per una canzone d’amore 2.0 con tutti i crismi, ritmica killer e alone di comunione fra pubblico e band. È il momento del pezzo al pianoforte: ‘Zombie al Carrefour’, lirica, toccante, solitaria nella notte fino a un’alba splendida. È il momento romantico, chiedono le lucine per il pezzo delle lucine, una ‘Pakistan’ che rimane uno dei loro brani migliori, in grado di mischiare arguzie lessicali, cuore e trasporto emotivo. ‘L’Addio’ viene cantata dal pubblico in maniera sorprendente, a dimostrazione della popolarità del duo: del resto la serata è l’unica sold-out al Boschetto Ciani e l’impressione è quella di un pubblico che conosca a menadito il lavoro di un progetto che inizia ad avere diversi brani trascinanti nel proprio bagaglio.
Da un capo all’altro con una ‘Mariachidi’ che smuove il pubblico in un’onda. Fossimo in uno dei libri di Douglas Adams un Dogon ci ammonirebbe dicendoci che “resistere è inutile”, i corpi accaldati ormai hanno preso il ritmo e si lanciano in un a danza a ritmo basso che accompagna tutti i brani. ‘Via Gola’ fino a… ma che succede? ‘Sto aspettando il sole’ di Neffa insieme ad Ele A? Il giusto coronamento di una bella serata, per un’alchimia soulful veramente notevole. La carica è al massimo, ‘Mancarsi’ è la giusta partenza per chiudere, ma il momento finale non può essere che per ‘Post-Concerto’ a esprimere il sentimento di tutti, California e Fausto sono tra il pubblico, che finisce a cantare fra gli applausi della band. ‘Sei di vetro’ e la fine, sudati e grati.
Ti-Press
Il Boschetto c’è